La legittima difesa è legge
Il disegno di legge sulla legittima difesa è legge: l’Assemblea del Senato ha infatti approvato il provvedimento, in terza lettura, con voti 201 favorevoli, 38 contrari e 6 astenuti. Il voto è stato accolto dagli applausi della Lega e di parte dei M5s. In Aula il ministro dell’interno Matteo Salvini, il ministro per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno e quello per l’Agricoltura Gianmarco Centinaio. Assenti i rappresentanti di governo del Movimento 5 Stelle.
“Questo 28 marzo è un giorno bellissimo non per la Lega ma per gli italiani – afferma Salvini -. Dopo anni di chiacchiere e polemiche è stato sancito il sacrosanto diritto alla legittima difesa per chi viene aggredito a casa sua, nel suo bar, nel suo ristorante. Non si legittima il Far West ma si sta con i cittadini perbene”.
Ecco cosa cambia:
Nei casi di legittima difesa domiciliare si considera “sempre” sussistente il rapporto di proporzionalità tra la difesa e l’offesa. Inoltre si considera “sempre in stato di legittima difesa” chi, all’interno del domicilio (o nel negozio o nello studio professionale), respinge l’intrusione da parte di una o più persone “posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica”. Si interviene anche sul Codice Civile escludendo la possibilità che chi è uscito assolto in sede penale dal reato di eccesso di legittima difesa, sia obbligato a rimborsare il danno causato dal fatto. Viene esteso a favore della persona nei cui confronti sia stata disposta l’archiviazione o il proscioglimento o il non luogo a procedere per fatti commessi in condizioni di legittima difesa o di eccesso colposo. Lo Stato può però rifarsi delle spese anticipate se, una volta riaperte le indagini, la persona sia poi condannata in via definitiva.
È elevata da sei mesi a un anno nel minimo e da tre a quattro anni nel massimo la pena detentiva per la violazione di domicilio. Nel caso in cui la violazione è commessa con violenza su cose o persone, ovvero se il colpevole è palesemente armato, l’attuale pena da uno a cinque anni è innalzata da due a sei anni; per furto o scippo la pena detentiva è inasprita nel minimo dagli attuali tre anni a quattro anni e nel massimo dagli attuali sei anni a sette anni; per la rapina, la pena della reclusione è elevata da 4 a 5 anni nel minimo, mentre resta fermo il massimo fissato a 10 anni. Sanzioni maggiori anche per le ipotesi aggravate e pluriaggravate.