Mattanza 118 a Napoli e Caserta, UGL Medici: “Tolleranza zero per chi ha generato il caos”

“Ancora una volta ci svegliamo ascoltando il grido di allarme che arriva non più dal popolo ma da una particolare categoria di lavoratori che al di là di qualsiasi considerazione di routine devono, per forza maggiore, esprimersi in tutta la loro professionalità, in ogni momento del loro lavoro, perchè hanno davanti a sè una sola opzione: salvare vite!”. Lo ha dichiarato Pierluigi Franco, segretario nazionale UGL Medici a margine di un meeting tenutosi nella sede di via Vivaldi a seguito delle numerose aggressioni che vedono vittime gli operatori del 118.

“Questi uomini e donne, questi operatori dovrebbero essere apprezzati e sostenuti ogni giorno, magari talvolta premiati con una medaglia, un complimento, invece in Campania e particolarmente a Napoli e nel casertano, un giorno si l’altro pure, vengono aggrediti, come è capitato ancora una volta nei giorni scorsi in due diverse località campane”.

Mercoledì 6 a Caserta c’è stata una Tavola Rotonda sul 118 con i massimi dirigenti del servizio casertano; si è discusso, chiacchierato, fatto proposte.

“Tutto bene, tutto ottimo ma di una cosa non si è parlato: della vita”. Fasapere il coordinamento provinciale di UGL Medici. “Non si è discusso della vita degli operatori, della vita dei pazienti, della vita sociale e sanitaria della popolazione di queste terre. Maledette forse ma comunque e ancora sempre terra di conquistatori. Sarebbe facile richiamare subito ‘tolleranza zero’ o ‘Esercito sull’ambulanza’ ma si può mai pensare che questi provvedimenti possano salvare vite umane e porre fine alla violenza che invece aumenta ogni giorno?. Queste popolazioni sono quelle che hanno visto chiudere in un solo anno gli ospedali territoriali di riferimento in cambio, al momento, di nulla. Sono quelle che hanno visto aumentare il Ticket sui farmaci salvavita e nello stesso tempo diminuire il proprio potere di acquisto o perdere il posto di lavoro e, infine, circa 3 /4 volte l’anno, si esauriscono i fondi per le convenzioni esterne. Le difficoltà che si affrontano ogni giorno destabilizzano un popolo che finisce a non controllarsi più. Pensiamo anche alle famiglie che hanno a carico una persona disabile e non sanno a quale santo rivolgersi. Ed è così che si finisce con lo sfogarsi sul simbolo sanitario paradossalmente a loro più vicino: il 118. Invochiamo tolleranza zero per chi ha creato il caos. Scadente la continuità assistenziale, la guardia medica, la sicurezza sanitaria. E’ solo una questione di fondi? Può darsi ma allora come mai da circa 20 anni non si comprano più autombulanze nuove per il 118 e ci si affida a cooperative esterne per la ‘modica’ cifra di 12.000 euro mensili. Perchè per portare un’ambulanza dal meccanico ci si affida ad un servizio esterno mentre ci sono dipendenti pagati proprio per questo tipo di manutenzione. Inoltre, al 118 qualche tempo fa, erano impegnati ben 178 medici, ad oggi vi lavorano solo 48 circa in un servizio attivo H24. Come mai? Come proclamiamo ormai da tempo, chiediamo si l’intervento dell’esercito e della magistratura, ma non nelle guardie mediche, bensì nelle Asl, in Regione, negli Enti in cui tutto questo è stato generato, arrivando, se doveroso, al ministero della Sanità. E’ sicuramente drastico il nostro intervento ma la vita dei medici, degli operatori, dei pazienti è molto più importante di qualsiasi etichetta”.

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Redazione

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