Napoli. Camorra, a giugno incontro delle Commissioni Anticamorra delle Regioni d’Italia

“E’ molto l’importante l’iniziativa tenuta, stamani, dalla Commissione Regionale Anticamorra, insieme con i parlamentari campani della Commissione parlamentare Antimafia, perché è fondamentale la sinergia istituzionale, a tutti i livelli, per la prevenzione e il contrasto della criminalità, anche nelle sue infiltrazioni nella vita pubblica, e al fine di evitare il reclutamento dei nostri giovani nelle fila criminali. Ed è per rendere più forte questa sinergia che il 19 giugno prossimo si terrà a Napoli l’incontro con le Commissioni regionali Anticamorra di tutte le Regioni italiane”. E’ quanto ha affermato la Presidente del Consiglio Regionale della Campania e Coordinatrice della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali e delle Province Autonome, Rosa D’Amelio, nel concludere, oggi, i lavori dell’incontro promosso dal Presidente e dai componenti della Commissione Regionale Speciale Anticamorra, Carmine Mocerino, Vincenza Amato e Vincenzo Viglione, dell’organismo speciale regionale, con i parlamentari campani della Commissione Parlamentare Antimafia.

“La recrudescenza della criminalità, nel centro storico di Napoli, l’imposizione del racket sulle attività commerciali, l’avanzare di organizzazioni criminali guidate da giovanissimi, dimostrano che c’è ancora un  lungo lavoro da fare nella nostra regione contro la criminalità organizzata e questo lavoro va fatto in sinergia con le altre istituzioni affinchè il problema possa essere ‘aggredito’ da tutti i fronti, da quello repressivo a quello preventivo, che si fonda soprattutto sull’istruzione e sul lavoro. Per questo proponiamo che questo tavolo di lavoro possa riunirsi ogni 45 giorni per dare sempre maggiore forza questa sienrgia” – ha sottolineato Mocerino.

All’iniziativa hanno partecipato, oltre a D’Amelio, Mocerino, Amato e Viglione, i consiglieri Francesco Todisco, Tommaso Malerba, Vincenzo Maraio, Domenico Zinzi, il rappresentante dell’opposizione di centrodestra, Stefano Caldoro, i parlamentari Sandra Lonardo, Antonio Pentangelo, Andrea Caso, Francesco Urraro, Gianluca Cantalamessa,  il presidente della Fondazione regionale Polis, Don  Tonino Palmese, l’assessore regionale alla Sicurezza e Politiche integrate di sicurezza e legalità, Franco Roberti.

Nel corso degli interventi, la vice presidente della Commissione, Amato (Pd), ha ricordato “l’importante legge proposta dalla Commissione e approvata dal Consiglio sul riutilizzo sociale dei beni confiscati che prevede un migliore impiego dei fondi Fesr e la semplificazione delle procedure”.

Il Segretario della Commissione Viglione (M5S) ha evidenziato che “il tema del contrasto della criminalità va affrontato in sinergia con quello del lavoro e del contrasto della corruzione perché nel nostro territorio si assiste ad una percentuale elevata di Comuni che vengono sciolti per infiltrazioni camorristiche e ciò significa che bisogna puntare su maggiore controllo e prevenzione per fermare il fenomeno dei cosiddetti ‘colletti bianchi’”.

“Bisogna fare ‘politica antimafia’, il che non significa solo parlare, ma produrre norme e organizzazioni per far funzionare quelle norme” – ha detto Roberti – che ha sottolineato: “attualmente la nostra legislazione antimafia è invidiata nel mondo ma, per farla funzionare, bisogna far funzionare le Prefetture ed esse non hanno, ad oggi, le strumentazioni necessarie per far funzionare bene i poteri antimafia.  La vera forza della camorra sta nella domanda di servizi criminali – ha proseguito l’ex Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo – a cui corrisponde l’offerta da parte della camorra. Così come accade per lo smaltimento dei rifiuti tossici, nelle estorsioni, in cui si incrocia una domanda di sicurezza inappagata con una offerta di sicurezza data dalla camorra, nel voto di scambio.  Alla base di tutto ciò c’è la sfiducia nei confronti dello Stato. Su questo tema centrale occorre un dibattito pubblico ed una presa di coscienza, non basta, dunque, la sola repressione”. “Sui beni confiscati, a seguito della legge 7 del 2012, – ha concluso Roberti –  abbiamo costituito l’Osservatorio regionale ed   adotteremo a breve il Piano triennale strategico per i beni confiscati perché, attorno ad essi, c’è un giro non sempre limpido”.

“La lotta alle mafie vede in campo quattro players che sono la magistratura, le forze di polizia, la politica e la società civile, ciò perché la problematica va affrontata dal fronte repressivo e della certezza della pena, ma anche della prevenzione con nuove opportunità occupazionali anche per gli ex detenuti” – ha evidenziato Cantalamessa.

“La Commissione parlamentare antimafia lavora con forte sinergia e, su iniziativa del presidente Morra, ha istituito nove comitati su altrettanti settori interessati dalla criminalità  sui quali  è fondamentale intervenire e creare le condizioni affinche’ i cittadini si fidino dello Stato e delle Istituzioni”– ha detto Lonardo –  per la quale “il problema fondamentale è, poi, quello del lavoro che, ad oggi, lo Stato non riesce ad offrire e che costituisce, invece, il presupposto di questo propedeutico rapporto di fiducia”.

“Il lavoro di cui si necessita è quello di armonizzare le normative antimafia e di mettere a sistema il lavoro di tutte le Commissioni regionali – ha ricordato Caldoro per il quale “la legge approvata dal Consiglio regionale sui beni confiscati è un importante passo avanti in questa fondamentale materia”.

Zinzi (gruppo misto) ha auspicato che il lavoro della Commissione vada avanti per creare una forte sinergia; Todisco (De Luca Presidente) ha   evidenziato  che  la collaborazione tra le forze educative della società è di primaria importanza per contrastare la criminalità.

“In Campania e nel Sud c’è una situazione emergenziale dal punto di vista dell’avanzata della criminalità, che si intreccia al grave problema della mancanza di lavoro. Per questo è necessario far nascere un comitato permanente sulla Campania e sui territori del Mezzogiorno per contrastare e prevenire il fenomeno che arruola tantissimi giovani” –ha aggiunto Pentangelo.  “Bisogna investire non solo sulla repressione, ma soprattutto sulla cultura, contrastando la dispersione scolastica e favorendo il lavoro” – ha rimarcato Caso. “Va affrontato con determinazione l’altro grave problema, che indebolisce l’azione di contrasto della criminalità, che è quella del sottodimesionamento dell’organico di   magistrati e del personale degli uffici giudiziari” – ha sottolineato Urraro.

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Redazione

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