Salerno. Vertenza La Città, PaP: “Il presidente di Confindustria tace sul caso: vengono prima affari di famiglia”
“Prendiamo atto che il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia invece di esprimere vicinanza ai lavoratori licenziati e bacchettare le aziende che inquinano il mercato del lavoro, continua a stampare il quotidiano La Città presso l’azienda di famiglia Arti Grafiche Boccia di cui è Amministratore Delegato, consapevole che il giornale è ricomparso nelle edicole dopo la sospensione, con una redazione totalmente rinnovata e costruita a piacimento dell’editore e della proprietà. Uno schiaffo vergognoso alla dignità e ai diritti dei giornalisti”. E’ il commento di Davide Trezza del coordinamento nazionale di Potere al Popolo e alla guida di Pap Salerno.
“E se Confindustria non spende neppure una parola su quanto accaduto, se il suo presidente è socio in affari con una società che sta impoverendo l’informazione sana, vuol dire che si riconosce implicitamente complice di dinamiche e di giochi di potere che con il diritto al lavoro e con l’impresa non hanno nulla a che fare. Saremo sempre al fianco della redazione che per 23 anni ha costruito l’identità della provincia di Salerno e continueremo questa battaglia anche nelle prossime settimane”.
Domenica mattina Potere al Popolo ha distribuito sul Corso Vittorio Emanuele a Salerno la pagina di “A Testa Alta”, scritta dai giornalisti del quotidiano La Città licenziati dall’editore che ha sciolto la società, per poi riaprirne una nuova che edita il giornale con lo stesso nome ma con altri dipendenti. Una manovra che sembra più una meticolosa epurazione di tutti i giornalisti poco inclini a subire inaccettabili ricatti salariali e occupazionali. Il foglio è stato diffuso anche in altri comuni della provincia e racconta l’incredibile storia di 18 autorevoli professionisti che in questi anni hanno contribuito all’informazione di un’intera provincia e a cui è stato negato il diritto al lavoro. Al presidio hanno partecipato anche altre importanti lotte per il lavoro sul territorio come i lavoratori Italcementi di Salerno e quelli della Treofan dello stabilimento di Battipaglia che hanno in comune con i giornalisti del quotidiano l’ex proprietà in capo a Carlo Di Benedetti.