Sorrento. Sirena d’Oro, premiata l’eccellenza olivicola italiana
Sarà un’edizione speciale, quella già in cantiere per il prossimo anno, in occasione dei 18 anni del Sirena d’Oro, il premio dedicato agli oli extravergini di oliva Dop, Igp e Bio italiani.
Per celebrare il traguardo da “maggiorenne” gli organizzatori – Comune di Sorrento, Coldiretti Campania e Camera di Commercio di Napoli con la collaborazione di Gal Terra Protetta e le associazioni Oleum, Aprol Campania, Unaprol e Federdop – sono già al lavoro per offrire un ricco programma di eventi e di appuntamenti.
L’annuncio è stato fatto stamani, al Palazzo Comune di Sorrento, in occasione della cerimonia premiazione, preceduta da una tavola rotonda dal titolo “Lo storytelling dell’olio extravergine: amici e nemici del Re della Dieta Mediterranea”, alla quale hanno preso parte Giuseppe Cuomo, sindaco di Sorrento, Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti, Salvatore Loffreda, in rappresentanza della Camera di Commercio di Napoli, Francesco Acampora, presidente di Aprol Campania, Vittorio De Rosa, vice presidente dell’associazione Oleum, Paolo Russo, vicepresidente della Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, Colomba Mongiello, relatore della Legge “Salva Olio”, Alfonso Pecoraro Scanio, presidente del comitato scientifico Fondazione Campagna Amica, Luciano Pignataro, giornalista e food blogger e Maria Rosaria Sica, conduttrice di Alice Tv e direttrice di Cucina al Sud.
Presente anche Kanae Seino, in rappresentanza dell’Ambasciata del Giappone in Italia, mentre Kawakami Kanji, sindaco di Kumano, città gemellata con Sorrento, ha voluto inviare un messaggio di felicitazioni. Ringraziamenti sono stati espressi dall’amministrazione comunale di Sorrento al governatore di Kagawa, Keizo Hamada.
Alla presenza delle aziende vincitrici, sono stati assegnate le sculture di terracotta realizzate dal maestro Marcello Aversa. A partire dalle due Sirena d’Oro, per l’olio extravergine di oliva Dop Cilento dell’azienda Piero Matarazzo di Perdifumo, in provincia di Salerno, e per l’evo biologico di Intini, di Alberobello, nel barese.
Sul podio, anche la società agricola Podere Grassi di Greve in Chianti (Fi), con l’olio extravergine di oliva Dop Chianti Classico e l’azienda Tommaso Masciantonio di Casoli (Ch) con la Dop Colline Teatine, che hanno conquistato rispettivamente la Sirena d’Argento e la Sirena di bronzo nella categoria Dop e Igp, mentre l’azienda agricola Donato Conserva di Modugno (Ba) e la società agricola Vernera di Spano & C. di Buccheri (Sr) si sono assicurate, rispettivamente, il secondo e il terzo posto nella categoria Bio.
Altri riconoscimenti sono stati tributati dalla giuria di assaggiatori professionisti, guidata dal capo panel Maria Grazia Barone, all’azienda Intini di Alberobello (Ba) che si è aggiudicato il Premio Gaetano Avallone, intitolato al presidente dell’associazione Oleum, scomparso prematuramente lo scorso mese di febbraio, al quale Tullio Esposito, presidente del comitato esecutivo del Sirena d’Oro ha tributato un toccante omaggio, alla Dop Irpinia dell’oleificio Fam di Ventigano (Av) insignita del Premio Speciale Campania e alla Dop Monti Iblei-Gulfi del frantoio Cutrera di Chiaramonte Gulfi (Rg) che ha conseguito un doppio riconoscimento, il Premio Speciale Sicilia il Premio Speciale della Stampa. A decretarne quest’ultima vittoria, una giuria guidata dal capo panel Maria Luisa Ambrosino e composta da Eduardo Cagnazzi (Affari Italiani e Roma), Carmela Carrone (Quotidiano del Sud), Angelo Cerulo (Ansa), Annamaria Chiariello (Mediaset), Carmen Credendino (Agenzia Dire), Vincenzo D’Antonio (Italia a tavola), Andrea Docimo (Gambero Rosso e Fermento Birra), Marco Mangano (Gazzetta del Mezzogiorno), Colomba Mongiello (Il Mattino di Puglia e Basilicata), Maria Rosaria Sica (Alice Tv e Cucina a Sud), Kanae Seino (addetto stampa dell’Ambasciata del Giappone in Italia) e Annamaria Tredici (La Repubblica).
L’Istituto alberghiero Marconi di Vairano Patenora, nel casertano, si è invece assicurato il primo posto al concorso “A scuola di olio evo”, una gara di cucina con protagonisti gli oli promossi nell’ambito del Sirena d’Oro, la cui finale si è svolta a Sorrento, presso l’istituto polispecialistico San Paolo.
Ospiti internazionali del contest di quest’anno, le produzioni giapponesi, per il secondo anno protagoniste, questa volta insieme a quelle cinesi e portoghesi. Per le tre sezioni, il Premio Cina è andato all’azienda Lianghan Z Hongre N.T.Koroneiki, il Premio Giappone alla Shodoshima Olive Co. Ltd e il premio Portogallo all’azienda Herdade de Esporao. Premiati anche i vincitori del corso-concorso di potatura dell’olivo ”Mastro Potino”, giunto alla sua V edizione: Giuseppe Fiorentino, Claudio Cosenza ed Antonio Montagna.
Nel corso della manifestazione sono stati inoltre diffusi gli ultimi dati raccolti dalla Coldiretti, relativi alla produzione 2018 di olio di oliva made in Italy che crolla del 38%: appena 265 milioni di chili, un valore vicino ai minimi storici. A pesare sono stati il gelo invernale di Burian e i venti accompagnati dalla pioggia durante la fioritura che hanno ridimensionato pesantemente i raccolti anche se le previsioni classificano l’Italia come secondo produttore mondiale nel 2018/19. La Puglia si conferma essere la principale regione di produzione, con 87 milioni di chili, nonostante il calo del 58%, mentre al secondo posto si trova la Calabria, con 47 milioni di chili e una riduzione del 34%, e sul gradino più basso del podio c’è la Sicilia dove il taglio è del 25%, per una produzione di 39 milioni di chili, mentre in Campania il raccolto è di 11,5 milioni di chili, in riduzione del 30%. Al centro diminuisce a 11,6 milioni di chili la produzione in Abruzzo (-20%) e a 14,9 milioni di chili nel Lazio (-20%) mentre aumenta a 17,8 milioni di chili in Toscana (+15%) come nel nord dove complessivamente si registra un aumento del 30%. Un andamento che si riflette sulla produzione a livello mondiale. Per la prima volta nella storia, infatti, la produzione spagnola è stimata per il 2019 in 1,6 miliardi di chili, superiore di oltre sei volte quella nazionale che potrebbe essere addirittura sorpassata da quella della Grecia e del Marocco. Senza interventi strutturali l’Italia, è stato sottolineato, rischia di perdere per sempre la possibilità di consumare extravergine nazionale con effetti disastrosi sull’economia, il lavoro, la salute e sul paesaggio.