(VIDEO) A Biella una via per Giorgio Aiazzone
Approvata dal consiglio comunale di Biella, nella sua ultima seduta prima delle elezioni, una mozione con la quale chiede di intitolare una via della città a Giorgio Aiazzone, il ‘re del mobile’ protagonista del successo imprenditoriale e mediatico negli anni ‘80. Successo che declinò dopo la morte di Aiazzone in un incidente aereo nel 1986 .
“Aveva un modo di comunicare innovativo, se vogliamo anche poco elegante, che lo aveva portato ad essere un po’ escluso dalla Biella conservatrice di allora. Ma trovo che sia doveroso dedicargli una via. Ancora oggi c’è chi identifica Biella come la città di Aiazzone” così una consigliera comunale prima della votazione.
Aiazzone entrò nelle case degli italiani con i suoi spot sulle tv private grazie ai slogan caserecci e i jingle orecchiabili quali “Vieni, vieni, vieni, da Aiazzone, quanti mobili troverai. Vieni, vieni, vieni, da Aiazzone ed a casa tua li avrai. Vieni, vieni, vieni da Aiazzone, vieni e non ti pentirai. Vieni in moto o in barella, ma vieni a Biella, ma vieni a Biella. Vieni a cena o a colazione, perché Aiazzone ti piacerà, perché Aiazzone ti piacerà!”.
Nato nel 1947 ottenneo una vasta popolarità negli anni ottanta grazie alle emergenti emittenti televisive locali nate in quell’epoca, sulle quali promuoveva la sua azienda. È considerato uno dei pionieri delle televendite e dell’utilizzo della televisione per scopi pubblicitari.
A partire dal 1983 si consolidò la collaborazione con Guido Angeli, che oltre a registrare numerosi spot e a condurre quotidianamente aste televisive e televendite per il mobilificio curava anche il look di Giorgio Aiazzone puntando su frasi ad effetto quali ‘la consegna in tutta Italia, isole comprese’, ‘l’invito a pranzo degli architetti’ e il ‘provare per credere’.
L’attività del mobilificio si amplia e Aiazzone acquisì alcune emittenti televisive locali. Nel frattempo vennero aperti grandi punti vendita (Città del Mobile) in molte località italiane e il fatturato crebbe fino a raggiungere i 60 miliardi di lire.
Tra le passioni dell’imprenditore c’era quella per il volo, che si traduceva spesso in rapidi viaggi in compagnia di amici e familiari su aerei leggeri noleggiati per l’occasione. Il 6 luglio 1986, al ritorno a Biella dall’aeroporto di Massa, il Piper PA-34 Seneca II marche I-APAM, noleggiato da Aiazzone, decollato pur con previsioni che davano forte maltempo, tenta una deviazione sulla Lomellina, ma perde il contatto radio mentre in zona imperversano forti temporali. Le condizioni meteorologiche proibitive causano la perdita di controllo del velivolo, che precipita avvitandosi su sè stesso nei pressi di Sartirana Lomellina, subendo forti danni strutturali durante la caduta. Aiazzone e l’altro passeggero vennero sbalzati fuori dalla lacerazione della fusoliera e i loro resti saranno ritrovati distanti dal relitto; il corpo senza vita del pilota, sarà ritrovato ancora allacciato alle cinture di sicurezza, in ciò che resta dell’aereo incendiatosi dopo l’impatto su cavi dell’alta tensione.
In memoria di Aiazzone, la sera del 15 luglio, Guido Angeli tenne un’orazione funebre televisiva di ottanta minuti sull’emittente Rete A riprendendo, al centro dello studio televisivo, una sedia vuota investita da un fascio luminoso. La trasmissione fu giudicata eccessiva e vagamente macabra[7] ma ebbe un grande impatto sul pubblico e divenne a suo modo un caso di studio tra gli esperti di mass media.
Sulla divisione dell’eredità di Giorgio Aiazzone si trascinò per anni una controversia giudiziaria
Il gruppo venne ceduto dalla famiglia ad altri imprenditori che finirono anche arrestati per evasione fiscale: le varie sedi sparse per l’Italia chiusero mentre lo stabilimento di Biella giace abbandonato.
Il 2 giugno del 2011 all’incirca duecento persone, con un centinaio di automezzi, scassinano un magazzino di mobili di Aiazzone, portandosi via tutto, smontando perfino parti dell’edificio. Si pensa che molti di coloro che l’hanno svuotato fossero clienti che avevano pagato merce che non hanno mai ricevuto oppure dipendenti che hanno mesi di stipendi arretrati.