(VIDEO) La Storia di Aversa. La fucilazione del Generale Anton Dostler al Ponte Mezzotta
Il Generale di Fanteria Anton Dostler fu il primo generale tedesco ad essere fucilato da parte degli alleati. Colpevole di aver fatto a sua volta fucilare 15 soldati americani.
Le immagini sono state riprese ad Aversa – il 1° dicembre 1945 – nel campo di concentramento in località ponte Mezzotta.
Notate il cinismo del fotografo in alto a destra nell’angolo vicino al secondo cameraman che scatta la foto nel momento dello sparo.
La fucilazione era stata già saggiamente descritta dal compianto Giovanni Motti nel libro Podestà e Poi Sindaci ma fino ad ora nessuna ad Aversa aveva visto il video.
Il primo processo per crimini di guerra si svolge in Italia, nel 1945, nella Reggia di Caserta: imputato fu proprio il Generale tedesco Anton Dostler. E’ lui il primo nazista condannato a morte per crimini di guerra. Dopo un incarico sul fronte russo, al generale Dostler venne affidato il comando delle divisioni naziste che dovevano presidiare le coste liguri.
Una squadra di 15 militari italo-americani sbarcò in segreto in una caletta ligure con una missione: minare la galleria ferroviaria della linea Genova – La Spezia. I 15 soldati americani erano stati catturati con abiti civili. Furono fucilati per ordine di Dostler.
Finita la guerra, il Generale Dostler si ritrovò prigioniero degli americani e l’8 ottobre 1945 iniziò il processo a suo carico nella Reggia di Caserta.
La difesa di Dostler puntò sul fatto che i 15 militari inviati in missione segreta erano stati scambiati per italiani – ‘spie italiane’ – e quindi in quanto spie fucilati su ordine diretto del FeldMaresciallo Albert Kesselring (in foto a sx), comandante in capo di tutte le forze tedesche in Italia.
Sempre secondo la difesa di Dostler, quando il generale capì che si trattava di militari americani chiese a Kesselring di annullare l’ordine di fucilazione ma Kesselring – che era anche lui prigioniero degli americani – fu interrogato e negò di aver dato l’ordine di fucilazione. Smentì Dostler e lo lasciò solo davanti alla corte.
La difesa continuò ad insistere sul fatto che Dostler aveva obbedito ad ordini superiori: l’accusa respinse questa tesi perché priva di prova.
L’ordine illegittimo di fucilazione era stato emanato da Dostler e lui ne aveva tutta la responsabilità giuridica; questo costituì un precedente anche per i successivi processi di Norimberga dove fu stabilito un principio: «il subordinato ha il dovere di sottrarsi dall’eseguire ordini riguardanti atti criminali».
(Anton Dostler durante il processo nella Reggia di Caserta, insieme all’interprete, Albert O. Hirschman)
A Caserta, Dostler fu condannato con una sentenza che stabiliva testualmente: «non è accettabile che un Generale investito di incarichi di comando, possa considerare l’esecuzione sommaria di prigionieri di guerra come un legittimo atto di rappresaglia».
Ci sono diversi aspetti controversi della vicenda del generale Dostler, compreso il fatto che gli americani avevano fucilato decine di incursori e sabotatori italiani inviati dietro le linee dalla Repubblica Sociale di Mussolini: famosa perché è documentata dalle cineprese, la fucilazione dei quattro uomini della 10ª Mas (nota come anche la Xª Flottiglia MAS) a Santa Maria Capua Vetere nel 1944.
A differenza di Norimberga, Dostler non venne condannato all’impiccagione ma alla fucilazione al petto: gli venne concesso di vestire la sua uniforme e di mantenere anche i gradi.
Rigoroso e glaciale il rituale: la fucilazione avvenne con un plotone di 12 uomini alle 8 di mattina del 1° dicembre 1945, ad Aversa, nel campo di concentramento in località ponte Mezzotta.
Subito dopo l’esecuzione, il cadavere di Dostler venne posto su di una barella, avvolto in un lenzuolo da materasso, e portato via sul cassone di un camion militare. I suoi resti vennero sepolti in una tomba contrassegnata dalla sigla 93/95, nella sezione H del cimitero di guerra tedesco di Pomezia.