Agricoltura, Confapi: “Tutelare mercati da big internazionali”
«Innovazione, sicurezza e internazionalizzazione controllata sono i paradigmi di una agricoltura 4.0 che deve affermarsi in Italia, e ancor di più nella nostra regione dove le commodities agricole rappresentano il valore aggiunto del pil, al fine di evitare quel che, manzonianamente parlando, accade a un vaso ci coccio tra due vasi di ferro». Lo ha detto Raffaele Marrone, presidente Confapi Napoli, a margine dell’incontro che si è tenuto questa mattina presso il Centro Congressi Polo dello Shipping, in Via A. Depretis 51 a Napoli, dal titolo «Il ruolo dei mercati ortofrutticoli all’ingrosso nell’agroalimentare italiano: tematiche a confronto» organizzato da Fedagromercati. Evento a cui, tra gli altri, sono stati invitati Pasquale Crispino, Consigliere Nazionale CONAF; Salvatore Velotto, Membro Cda CAAN; Domenico Porcaro, Presidente Fedagro Giuliano; Valentino Di Pisa, Presidente Fedagromercati Nazionale; Pasquale Russo, Direttore Confcommercio Napoli; Giuseppe Ceparano, Presidente ODAF Napoli; e Giuseppe Coletti, Co-Founder Authentico.
«Il settore agroalimentare, componente essenziale del sistema produttivo nazionale, se da un lato rischia infatti di subire uno smisurato ridimensionamento con effetti drammatici sul piano economico e sociale, a causa della congiuntura economica ancora in essere, dall’altro espone i naturali sbocchi commerciali, i mercati all’ingrosso, a un destino ancor più crudele – ha sottolineato Marrone –. Le amplificate concentrazioni nelle aree più competitive, a livello produttivo e di distribuzione, espongono al rischio di asimmetrie evidenti ed anche di scarsa trasparenza nella trasmissione dei prezzi dal mercato internazionale a quello interno e da questo ai consumatori».
«L’alimentare italiano, in ogni caso, vive un momento di grande intensità e fermento nella consapevolezza di un’eccellenza internazionale unanimemente riconosciuta, soprattutto con riferimento alle produzioni a denominazione protetta che rappresentano circa il 10% dell’intera produzione agroalimentare, con una componente vino che sfiora il 54%, solo per fare un esempio. E quindi pensare che i mercati ortofrutticoli all’ingrosso possano essere l’ammortizzatore di tutti gli sbalzi della filiera significa esporre il segmento al rischio di un collasso, più o meno lento, per mano di quella internazionalizzazione, cui facevamo prima riferimento, che non può vivere di una competizione selvaggia a tutto vantaggio delle multinazionali e di quanti hanno fatto della concentrazione produttiva e distributiva il tratto distintivo della propria attività. Servono meccanismi regolatori sui prezzi – ha concluso il presidente Confapi Napoli –, che impediscono l’impoverimento dei nostri centri di distribuzione».