Aversa. Carroccia al Metropolitan per il Siani
Sono state emozioni senza età. Hanno cantato tutti, docenti e studenti, da millennials a quelli per cui le canzoni di Battisti erano la colonna sonora della loro adolescenza. La musica che unisce e che ferma il tempo meglio di una fotografia. Gian Marco Carroccia rende l’omaggio in maniera formidabile.
Lapalissiano constatare che Carroccia interpreti Battisti, ma al medesimo tempo, il concetto di interpretazione diventa anche un eufemismo; nello spettacolo oltre l’ideologica prassi dell’interpretazione emerge esplicitamente una chimerica incarnazione del cantautore Battisti.
Carroccia quasi non esiste più, annulla se stesso per penetrare ovunque, in qualsiasi postazione del teatro. “Non essendo, l’attore è ovunque” [Cit Carmelo Bene]. Non facciamo retorica, ma chiudendo gli occhi in sala, la sensazione è stata quella di sentire il vero Battisti, il cuore quando lavora con tecnica e passione vince le maratone dei successi. Complimenti doverosi all’organizzatrice dell’evento. Il suo preambolo circa lo spettacolo ci insegna sempre tanto: la musica è strutturata per un ottanta per cento da ricordi. La prefazione filosofica aiuta qualsiasi spettatore ad immergersi con un rinnovato spirito nei tessuti del concerto musicale.
In una società liquida, citando il compianto Zygmunt Bauman, fa piacere notare ancora persone e personalità sempre all’altezza della situazione, impelagate in una marcia di valori ed etica, fra sogno e realtà. Il Liceo Siani, Carroccia e Vittoria Simeone, il 10.04.19, hanno siglato un dipinto metafisico, inciso direttamente nell’anima. Come direbbe Pier Paolo Pasolini, la cultura ha bisogno di militanza.