Caso ospedale Sant’Agata de’ Goti, PCI: “Situazione tragica sanità campana”
“E’ di questi giorni la notizia dell’ennesimo colpo alla dismissione del Pronto Soccorso dell’Ospedale Sant’Alfonso Maria de Liguori di Sant’Agata de’ Goti. Anche il reparto Ortopedia è stato chiuso! Nonostante la lotta del Comitato “Curiamo la Vita”, la forte presa di posizione del Vescovo don Mimmo Battaglia, gli atti formali del sindaco Carmine Valentino, la chiusura del Pronto Soccorso, e la trasformazione dell’Ospedale Sant’Agatese in un Nosocomio dedicato alle cure Oncologiche sembra inevitabile. Siamo purtroppo in un vicolo cieco”.
Da un lato la responsabilità diretta è del presidente della regione Campania, on. Vincenzo De Luca (PD), che in regime di commissariamento per dissesto finanziario della Sanità Campana, ha elaborato un piano che prevede la chiusura di diversi Pronto Soccorso campani. La legge che legittima questa scelta è quella che porta la firma della ex-Ministra della salute Lorenzin, del precedente governo Gentiloni (PD); dall’altro il governo Lega-5S pur potendo intervenire sull’attuale commissario alla sanità campana, De Luca, nominando un altro commissario non l’ha fatto. Se dalla Lega di Salvini non ci si aspettava un attenzione ad un Ospedale Meridionale, sconcerta l’assenza del M5S del campano Di Maio, pur contando su una propria Ministra della salute, Giulia Grillo”. Lo dichiarano in una nota congiunta la sezione PCI Sant’Agata dei Goti e Federazione Provinciale PCI Benevento.
“La Sanità non è più intesa come un bene comune universale, come sancito dalla nostra costituzione, ma un business per le Aziende Sanitarie e per i loro manager. I rami secchi vanno tagliati, secondo questi criteri tipici del Capitalismo neo-liberista, il nostro Ospedale è un ramo secco. Del resto i proclami giustizialisti, la lotta agli sprechi ed ai privilegi promessi dal MoVimento 5S, nonché lo sforamento dei vincoli di bilancio europei , non hanno spostato risorse per garantire a tutti una sanità pubblica di qualità, ma un reddito di cittadinanza per alcuni con cui pagarsi le spese mediche da affrontare in strutture private. Premesso che per i comunisti la sanità pubblica è un bene comune inalienabile, l’interrogativo leninista ci obbliga ad inquadrare la sciagura che sta investendo la popolazione santagatese e della valle Caudina, in un contesto di lotta più ampio. Che fare? Bisogna trasformare la battaglia locale in una battaglia globale (regionale e poi nazionale)! Non è solo il nostro ospedale ad essere a rischio chiusura ma diversi altri in Campania: il Pronto Soccorso di Gragnano, quello del CTO di Napoli, il Loreto Mare di Napoli, il Pronto Soccorso di Vico Equense, il Primo soccorso pediatrico dell’Ospedale Annunziata, gli ospedali di Polla e di Sapri. Non è pensabile che questa battaglia possa essere condotta da alcuni contro altri nella prospettiva delle elezioni comunali. Bisogna compattarsi localmente e incontrare chi, in questo momento sta conducendo la nostra stessa battaglia in Campania ed in Italia. Il Partito Comunista si offre di raccordare le diverse battaglie locali e farla diventare una grande campagna nazionale per la difesa del diritto alla salute nell’ambito della sanità pubblica ed universale”.