“Dare dell’omosessuale non è reato”, Sgarbi assolto
La Corte di Cassazione ha assolto Vittorio Sgarbi nella causa che lo vedeva contrapposto al sindacalista della Uil Gianfranco Cerasoli.
Lo storico e critico d’arte era imputato per il reato di diffamazione: nel 2010, quando venne nominato soprintendente del Polo museale di Venezia, ebbe un intenso scambio di sms con il sindacalista. In uno di questi Sgarbi scrisse: «Scrivo semplicemente perché ti interessi tanto di me invece di altre persone su cui la Corte dei Conti fa analoghe richieste. Evidentemente hai un’attenzione morbosa nei miei confronti».
Ed ancora su Cerasoli Sgarbi aveva osservato: «Forse manifesta un eccesso d’amore nei miei confronti che io presumo legato anche a una sorta di inclinazione sessuale, che naturalmente non è un’offesa, ognuno può essere gay o no, se Cerasoli ha una propensione per me io posso respingerla».
«La Corte di Cassazione adesso ha assolto Sgarbi – spiega Giampaolo Cicconi, storico legale di Sgarbi – perché “il fatto non costituisce reato” ritenendo non offensivo il termine “omosessuale”».