I colori del maestro caivanese Mattia Fiore alla Camera dei Deputati

I colori del maestro Mattia Fiore, membro dell’Accademia Internazionale di Arte Moderna di Roma, già esposti in diverse e prestigiose istituzioni in Italia e all’estero come la Queen Gallery 4th Avenue di New York, la Galleria “Le Carre D’Or” di Parigi, Harrow e l’Art Center di Londra, saranno esposte in una mostra personale nelle sale del Cenacolo e della Sacrestia del Complesso di Vicolo Valdina di Campo Marzio a Roma per due settimane dall’8 al 16 maggio 2019 con vernissage nel pomeriggio del 7 Maggio.

 La mostra, costituita di 31 opere, di cui 20 inedite permeate da vibranti gesti pittorici accompagnata da teli di lino, sarà aperta al pubblico nelle suggestive sale del chiostro del Palazzo dalla storia ormai millenaria, sorto in epoca paleocristiana nel cuore del Campo Marzio come piccolo convento di monache basiliane raccolte intorno all’oratorio di S. Gregorio Nazianzeno e che ospita gli uffici della Camera dei Deputati.

L’esposizione, promossa dalla Associazione I.XII.XVIII e curata dallo stesso artista, è il frutto di un lavoro di una lunga collaborazione con il maestro che ha portato alla redazione di un progetto scientifico che ha voluto coniugare il concetto della Bellezza nella sua essenza con quello della Educazione ai valori della legalità nell’intento di saper riconoscere ciò che è brutto e che molte volte si rivela anche falso e ingiusto.

I fruitori potranno ammirare le opere pittoriche all’interno delle due sale del Complesso Valdina, quella del refettorio conventuale caratterizzata dall’ampia volta con cappuccine e stucchi, con una serie di affreschi settecenteschi e, sullo sfondo la pittura del Cenacolo di origine cinquecentesca e quella della Sacrestia dove è stato ripristinato il solaio con travi di legno che ha portato alla luce una, seppur frammentaria, crocifissione trecentesca seguendo un percorso armonico e lasciandosi guidare dalle vibrazioni e dalle emozioni del maestro, trasformate in forma pittorica.

L’intento di educare al bello, che non corrisponde soltanto alla percezione di cose ed oggetti belli, che non vuol dire rinchiudersi in una gerarchia di giudizi e di valutazioni, ma significa prima di tutto sperimentare e far sperimentare una dinamica personale di interpretazione perché la bellezza è negli occhi di chi la vede è tra gli ambiti di interesse dell’Associazione I.XII.XVIII impegnata anche nel campo dell’educazione alla Bellezza attraverso percorsi incentrati al rispetto delle basilari regole civiche nonché alle prescrizioni contenute nella nostra Costituzione.

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Redazione

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