Casal Bruciato. Rom e alloggi popolari, CasaPound contro la Raggi
“Ancora una volta il sindaco di Roma Viirginia Raggi pensa di risolvere l’emergenza dei campi nomadi abusivi sulle spalle dei cittadini. Ancora una volta a pagare sono i residenti delle periferie. Ancora una volta Casal Bruciato”, è la denuncia di CasaPound Italia in merito alla decisione della Raggi di assegnare a dei rom – un nucleo familiare di 14 persone proveniente dal campo della Barbuta – un alloggio popolare destinato alle famiglie romane in emergenza abitativa.
“I residenti della zona sono in strada in segno di protesta contro questa decisione che scavalca le famiglie romane per ‘piazzare’ i nomadi che la Raggi, obbligata a sgomberare i campi abusivi, non sa dove mettere”, si legge in un comunicato di CasaPound Roma.
“I residenti sono su tutte le furie, perché il Comune di Roma aveva proposto l’acquisto degli appartamenti da parte degli assegnatari e qualche famiglia ha già versato un acconto ma adesso si vedono scippare sotto il naso un appartamento”, spiega Giuseppe Di Silvestre, referente territoriale di CasaPound del V Municipio. “E’ la seconda volta in un mese che succede, e l’appartamento in questione si trova a soli 200 metri dall’altro alloggio che siamo riusciti ad impedire che venisse assegnato ai rom”, spiega De Silvestre.
“L’appartamento al centro della protesta – aggiunge Giorgio Dossena, referente territoriale di CasaPound del VI Municipio – si era liberato due settimane fa. Assegnataria era una signora ma ci vivevano i nipoti, che volevano riscattare l’immobile, tanto che avevano già versato duemila euro di acconto”. Ma “il Comune”, spiega Dossena, “li ha bollati come occupanti abusivi e i parenti dell’assegnataria hanno dovuto lasciare l’immobile, subito riassegnato, ai rom per l’appunto“.
“A meno di un mese di distanza dall’assegnazione di un alloggio popolare ad una famiglia rom in via Facchinetti, Casal Bruciato è di nuovo vittima della incapacità della Raggi. Questa volta ci troviamo in via Satta 20, e anche stavolta non molleremo di un millimetro, fianco a fianco con i cittadini, finché l’appartamento non verrà restituito a chi ne ha diritto per primo e da prima, ossia le famiglie romane”, conclude Davide Di Stefano, responsabile romano di CasaPound.