Caserta. Cira, Ugl Metalmeccanici: “Basta polveroni mediatici e condizionamenti indebiti”

Il Segretario Provinciale della Ugl Metalmeccanici, Mauro Naddei, denuncia l’ennesimo tentativo di infangare il nome della Ugl con comunicati farneticanti che gettano veleno su chiunque, facendo uso illecito della sigla. Non a caso, si legge in una nota trasmessa agli organi di stampa -ciò accade in un periodo di cambiamenti per l’ASI e per il CIRA ed ha il preciso obiettivo di alimentare una macchina del fango che trova eco sui giornali come le notizie diffuse sulla indagine denominata Due Diligence e sullo spin-off ASPEN.

“Evidentemente ci sono persone senza scrupoli, all’interno e all’esterno” spiega il sindacalista “che per salvaguardare le proprie posizioni di potere sono pronte ad infangare l’immagine del CIRA e a metterne a rischio il suo stesso futuro. Se qualcuno vuole usare questi vili atti di killeraggio per imbavagliare l’azione della rappresentanza sindacale della Ugl si sbaglia di grosso e ciò non indurrà a rinunciare alla battaglia di trasparenza sul CIRA contro ogni condizionamento indebito su chi ha responsabilità decisorie.”

Il Segretario Generale della Ugl Caserta Ferdinando Palumbo, unitamente alla Vicesegretaria Marianna Grande stigmatizzano l’accaduto e si dichiarano pronti a sostenere qualsivoglia azione, anche legale,  necessaria a tutelare l’operato del collega Naddei (anch’egli vicesegretario a Caserta) ed il buon nome della Unione generale del Lavoro.

Era già accaduto nel 2016 che arrivassero due lettere simili quando emerse un’indagine interna sull’appalto di manutenzione impianti, a cui fece seguito un esposto del Collegio Sindacale CIRA alla Procura della Repubblica. A valle di tali fatti si registrò successivamente la revoca del Presidente Carrino e del Direttore Generale Cosmo nonché l’avvicendamento del Responsabile della gestione impianti Cangiano.

“Sulla vicenda” argomenta Naddei “si sarebbe potuto fare chiarezza proprio con la Due Diligence, invece di tali situazioni incresciose non vi è traccia. La relazione è stata comunque smentita punto per punto dal Collegio Sindacale, a cominciare dalle modalità di assegnazione dell’appalto, sia in merito alla gestione della manutenzione che in merito agli incarichi analizzati, contraddizioni che risulta la Deloitte non abbia mai voluto chiarire. La relazione del Collegio, inviata al Socio ASI, risultava nota al Prof. Battiston e, bisogna presumere data la gravità degli argomenti, anche alla Ministra Fedeli. Ma nulla è stato fatto in merito per oltre un anno. Perché allora l’argomento risalta fuori adesso? Perché la ex-ministra Fedeli si ricorda adesso della Due Diligence e presenta addirittura un’ardita interrogazione parlamentare su questo? Purtroppo è sotto gli occhi di tutti che il CIRA viene da anni caratterizzati da risultati gestionali deludenti, in cui i Bilanci mostrano il triste e rovinoso crollo dei parametri di performance, coinciso con la conclusione di un ciclo storico legato all’esaurimento dei fondi del Programma Nazionale di Ricerche Aerospaziali (PRORA). Il Presidente Battiston nel gennaio 2017 nel parlare del CIRA in una seduta della Commissione Attività Produttive della Camera, affermava di aver trovato il CIRA “in una situazione molto difficile”, in cui gli impianti “non erano più operativi”, e di aver mandato propri uomini a risolvere il problema. Peccato che invece si siano succeduti ben tre Presidenti e tre Direttori Generali nel giro di 4 anni. Peccato che, come dimostrano i Bilanci, prima dell’arrivo di Battiston gli impianti funzionassero generando un fatturato di oltre tre milioni annui, anch’esso precipitato nell’era Battiston sotto la gestione dei suoi uomini con scelte organizzative quanto mai ardite, come è stato sottolineato nei comunicati sindacali. Comunicati sindacali in seguito ai quali il delegato sindacale UGLM ha ricevuto un provvedimento di sospensione dal lavoro, poi ritirato dall’azienda. Ed il fermo impianti di questi ultimi anni, come attestano le relazioni del Magistrato di controllo della Corte dei Conti, è servito per attuare interventi di adeguamento tecnologico degli stessi per circa 20 milioni di euro, che sono stati spesati sul capitolo investimenti del PRORA (quello in esaurimento) sebbene, come la Corte dei Conti stessa fa osservare, non vi fosse il necessario decreto autorizzativo a riguardo. Ma i Ricercatori sono abituati a guardare avanti. La scelta dell’attuale governo di istituire una Commissione con il contributo di istituzioni e aziende operanti nell’aerospazio per dare vita ad un nuovo PRORA condiviso è un segnale molto positivo, a cui però dovranno seguire nell’immediato provvedimenti concreti di rilancio del Centro, senza i quali si troverà in pericolo già nel 2020. In trent’anni di attività i ricercatori del CIRA hanno dimostrato di saper fare il loro lavoro se messi in condizione di farlo. I successi dei programmi UAV e USV ne sono la prova tangibile, così come idee innovative premiate e messe in atto in applicazioni concrete. Si pensi ad esempio al misuratore di angolo di attacco virtuale, prodotto da ASPEN in collaborazione col CIRA, che avrebbe potuto salvare le vittime del Boeing 737 max in Etiopia. Mentre la macchina del fango continua a fare illazioni su speculazioni finanziarie, si vuole oscurare la capacità del CIRA di produrre risorse con i risultati delle sue ricerche!! I dipendenti del CIRA dunque hanno già dimostrato di poter far fruttare gli investimenti ricevuti e di meritare di conseguenza anche un eventuale assorbimento nell’alveo pubblico, caldeggiato da più parti. E ora si invoca un processo trasparente di nomina dei vertici, che, liberi da condizionamenti e interessi particolari interni ed esterni, siano responsabilizzati ad attuare obiettivi definiti, l’unica strada per risollevare le sorti del CIRA”.

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