Napoliboxe, venerdì torna sul ring il pro Christian Scognamiglio
Torna la boxe professionistica a Napoli, ancora una volta grazie al lavoro della Napoliboxe del maestro Lino Silvestri, con protagonista il giovane Christian Scognamiglio. Venerdì 17 maggio, a partire dalle 20, la palestra di vico Sottomonte ai Ventaglieri ospiterà una riunione con ben nove incontri dilettanti in programma, che farà da trampolino per il match clou tra il pugile di San Giorgio a Cremano, che nonostante la giovane età sta acquisendo grande esperienza, e l’esperto ungherese Tibor Laczo. Un incontro che si disputerà sulle otto riprese e che servirà come banco di prova ulteriore in vista della scalata di Scognamiglio a una cintura nazionale. Alla riunione, supportata dallo studio dentistico del dottor Luigi Vittozzi e dallo studio Delos dei dottori Loreto, saranno presenti i consiglieri nazionali della Federazione Pugilistica Italiana, Giuseppe Macchiarola e Fabrizio Baldantoni.
Prima di lui saliranno sul ring i dilettanti Cavallo (50kg Schoolboy, contro Rapini), Giuseppe Ottati (57kg junior, contro Trovarelli), Benaicha (54kg junior, contro Malandra), Salvatore Ottati (60kg youth, contro Masciotta), Di Stasio (64kg Elite II serie, contro D’Emilio), Gueye (75kg Elite II serie, contro Palmer), Treglia (75kg Elite I serie, contro Fusco), Dilengite (64kg Elite II serie, contro, contro Owotutu) e Dias (91kg Elite I serie, contro Ucci) per una serata che si preannuncia ricca di emozioni.
“Siamo molto contenti di rivedere sul ring Christian Scognamiglio in un incontro ufficiale – spiega Lino Silvestri -. È un pugile giovane e di talento che sta crescendo a ogni incontro e che può aspirare in tempi brevi alla sfida per una cintura. Affronterà un avversario molto esperto e questo sarà un banco di prova importante per confermare la sua crescita. Non dobbiamo dimenticare, però, i tanti ragazzi che combatteranno prima di lui. Per noi più del risultato conta la crescita dei giovani, non solo sul piano agonistico ma anche su quello umano. Puntiamo a fargli acquisire i giusti valori che il pugilato trasmette, soprattutto considerando che molti di loro arrivano da quartieri difficili della città”.