Mondragone. La politica e la burocrazia stoppano il ‘lido archeologico’
“Adesso basta, sono stato leso, nella parte più intima di una persona, la dignità personale, fisica e psichica, sono disposto a gettare, anche l’ultima goccia del mio sangue, per debellare questa malattia del sistema, non importa se questo comporterà, non arrivare al mio scopo, perché qualcuno si può sentire, leso o preso in causa… Sono sempre qui, a denunciare le disparità che si fanno sul territorio di Mondragone”. E’ quanto scrive in una lettera Luigi Sabatino, proprietario dell’Archeolido di Sinuessa, un lido archeologico dove i turisti possano visitare i reperti portati alla luce però un lido ‘mai partito’ per colpa della politica e dalla burocrazia.
“Devo fare un grosso applauso, alle amministrazioni del comune di Mondragone, sono riusciti a convincermi e a raggirarmi, che il vero ostacolo al mio progetto, non erano loro, perché il mio progetto a loro piace, ma era la sovrintendenza (a loro dire giustamente, siccome il tuo terreno è di interesse archeologico, se ti diamo il permesso a costruire, poi la sovrintendenza ti bloccava). Ed è anche vero, come dargli torto. Ebbene sì, mi hanno fatto abbracciare la pesante croce della sovrintendenza, come cura a questo mio grave male, una sorta di chemio-terapia, mi hanno convinto che l’unico mio spiraglio era quello, per poi dopo, presentare il progetto. Ma a questo punto mi viene da dire che “la sovrintendenza dei bene archeologici” era solo un diversivo per farmi perdere altro tempo. Infatti le indagini stratigrafiche (per chi non è del settore, così si chiamano, ormai sono diventato un esperto, in pratica si vanno ad analizzare tutti i strati di terreno, che corrispondono a un era storica), condotte ci hanno permesso di mettere alla luce, resti di una gigantesca Villa Marittima dell’era Romana (ormai quel poco che resta, purtroppo negl’anni, vandalizzata), che però occupa solo piccolissima zona del mio terreno (ve la quantifico, al massimo un 10%) e si estende su altri lotti a me confinanti, (ben noti alle istituzioni). Posso dire, che abbiamo fatto, una scrupolosa indagine, cosa che fin a ieri, su quel territorio, non era mai stata fatta, ne dalle istituzioni e addirittura, nemmeno mai lontanamente immaginata da un privato (per intenderci, siamo arrivati sul livello dell’acqua), fortunatamente anche se, abbiamo buttato letteralmente il sangue, con picconi e spazzole (lascio immaginare, questi lavori si devono fare per forza nelle giornate di sole…), siamo riusciti a dimostrare il nostro intento, quello di valorizzare quanto emerso (tra l’altro situazione attinentissima al piano regolatore comunale), e finalmente la sovrintendenza si è espressa favorevole, a questo punto abbiamo presentato il progetto al comune, ma da novembre 2018, data di presentazione, ci mandano letteralmente a comprare il sale, ormai ne ho un deposito pieno a casa. In pratica, nulla è cambiato e nulla cambierà mai… dopo un iter amministrativo tortuoso, fatto di silenzi, rinvii, richieste di parere che sembravano essere la sola causa ostativa alla realizzazione di un progetto, che ha la sola ed esclusiva finalità di valorizzare quello che resta di un’area residuata, per il resto selvaggiamente edificata, l’autorità preposta alla tutela del vincolo autorizza gli scavi, esprime un parere favorevole alla attuazione del progetto. Oggi dopo… Saggi, scavi eseguiti con scrupolo fino a riportare alla luce importanti reperti il comune di Mondragone manifesta ancora ragioni ostative… Sono rammaricato ma non mi arrendo… Non mi arrendo all’ingiustizia di vedere, senza alcun criterio, rilasciate concessioni edilizie, sui terreni accanto al mio, aventi la stessa destinazione urbanistica, (visibile a tutti, sul sito del comune stesso), parliamo della stessa zona e dello stesso interesse archeologico (a questo punto, aggiungo, tutto questo vale solo per me?), non c’è l’ho con i miei vicini (loro hanno presentato un progetto, gli è stato approvato), sono imprenditori, producono lavoro e ricchezza per il territorio (devono essere premiati, ed hanno tutta la mia stima), ma le istituzioni del posto (se mi permetto di parlare è solo perché ho la situazione ben chiara), non si possono permettere il lusso di fare due tagli e due misure, perché hanno il dovere morale. Prendo atto che un progetto di riqualificazione e di valorizzazione non interessa… non interessa la valorizzazione di un territorio da parte di un privato che agisce nonostante l’inerzia delle amministrazioni. Non interessa il bene comune… A dimenticavo il progetto è stato inserito anche nel Masterplan progetto regionale per la riqualificazione e rigenerazione del litorale Domitio-Flegreo, tra l’altro unico progetto presentato e accettato, come valorizzazione del territorio di Mondragone”.