Orta di Atella. Caso Farmacia Sacripanti, Di Micco e Russo incontrano i dipendenti
“Stanotte, insieme al mio collega e amico Giovanni Russo, abbiamo incontrato i lavoratori della farmacia in presidio permanente sul municipio di Orta di Atella. Vi assicuriamo che ascoltare la cronistoria dell’odissea che sono stati costretti ad affrontare nelle ultime settimane ci ha messi davvero di cattivo umore e non staremo qui a raccontarvela perché molti di voi la conoscono già bene. 14 lavoratori, tante erano le persone impiegate in quella farmacia che il succedersi degli eventi ha oggi ridotto a 10. 10 persone che assistono da mesi ad un rimbalzo continuo di responsabilità da parte dell’Amministrazione comunale, incapace di definire, in un modo o nell’altro, i termini di una “trattativa” durata anni e che ha portato all’esasperazione questo gruppo di lavoratori che meriterebbero risposte chiare da chi è chiamato a decidere delle sorti del loro impiego e, di riflesso, del loro futuro. Perché di questo si parla. Il lavoro altro non è che la base sulla quale costruire il proprio progetto di vita a garanzia anche della serenità dei propri cari”. E’ quanto scrive Fabio Di Micco, senatore del M5S.
“E invece eccoli lì: 10 lavoratori costretti ad accamparsi tra le mura di quella istituzione che avrebbe dovuto offrirgli garanzie e solidarietà e che invece si presenta vuota e fredda, a mezzanotte passata, quasi “sopportandone” la presenza. Eppure queste 10 persone, padri e madri, figli e fratelli, seppur provate, sono ancora determinate ad ottenere risposte certe che però non arrivano o arrivano distorte. L’ultimo atto di questa farsa sono le dichiarazioni rilasciate ieri, ai microfoni del Corriere di Caserta, dal sindaco Villano che ha dato ennesima prova, a voi la scelta, di incompetenza amministrativa e/o di incapacità politica. E stato un colpo, per chi come noi nutre estremo rispetto delle Istituzioni democratiche e delle loro funzioni, sentirgli dire che ‘…questo funzionario che deve dare l’autorizzazione finale [all’apertura temporanea dell’esercizio nei vecchi locali, nda], …, non vuole firmare questo atto, non vuole prendersi la responsabilità perché lui ritiene che sia finita la sua attività lavorativa a Orta e vuole tornarsene a Roma perché, ‘se cade nu cornicione ‘n capa a uno che sta dint’a farmacia, a me me veneno a piglià!'”.
“Dunque è chiaro il concetto? A noi no. Alcuni punti rimangono oscuri. All’atto della richiesta di firmare il decreto di proroga, il contratto/convenzione sottoscritto da questo funzionario col Comune di Orta di Atella era ancora valido o già scaduto? Immaginiamo fosse valido poiché risulterebbe alquanto strano avanzare una richiesta di emissione di un atto pubblico ad un funzionario che non è più alle dipendenze del Comune. Dando per buono che il contratto fosse valido, è acclarato che il sindaco, la parte politica, ritiene che la proroga temporanea per l’apertura della farmacia nei vecchi locali si possa concedere in attesa che venga approntato il nuovo locale. Di contro, il funzionario, la parte tecnico/amministrativa, non vuol firmare per paura che arrivino i carabinieri (parole del sindaco)”.
“Ora, delle due l’una: o il Sindaco è nel giusto e dunque il funzionario sta commettendo un reato di omissione di atti d’ufficio e quindi un amministratore serio agisce e denuncia la cosa alle Autorità competenti; oppure il funzionario è nel giusto e la richiesta del sindaco non è ricevibile perché illegittima o addirittura illegale. In attesa che il sindaco si pronunci in una nuova boutade, io e Giovanni rinnoviamo ai 10 lavoratori la nostra solidarietà e il nostro supporto assicurando che continueremo a monitorare la vicenda che però, ahimé, anche per le mancanze pregresse dell’Amministrazione comunale, vede assottigliarsi la possibilità di giungere ad una risoluzione indolore della vicenda. Di questo i lavoratori sono coscienti e l’auspicio a questo punto è che tutti gli attori in gioco, dalla proprietà della farmacia all’Amministrazione comunale, lavorino insieme per trovare la migliore via di uscita nell’interesse non solo dei lavoratori ma dell’intera comunità ortese che si vede sottrarre un servizio indispensabile per la garanzia della salute pubblica e che si è stretta, in una morsa di solidarietà come non si verificava da tempo, intorno a Melania, Anastasia, Carmen, Bartolo, Miriam, Maria Teresa, Alfonso, Anna Luisa, Angela, Elvira”.