Bollette pazze e caccia alle ricevute, Comitato Cesa 2020: “Siamo alle solite”
“Estate nuova, disservizio vecchio. Come da copione, i cittadini di Cesa sono costretti ancora una volta ad andare e venire dagli uffici comunali per ‘dimostrare’ l’avvenuto pagamento delle tasse già regolarmente pagate, facendo la spola tra uffici postali e sportelli bancari per recuperare le ricevute, con inevitabili perdite di tempo ed aggravi economici (parcheggio, benzina, fotocopie e telefonate varie). Un onere ingiusto per chi già di fatto sostiene il peso degli stipendi del sindaco e della sua squadra amministrativa”. E’ quanto dichiara il comitato Comitato Cesa 2020.
“Il contribuente fa il suo dovere, mentre chi dovrebbe organizzare il servizio in maniera ottimale palesa lacune, si giustifica e gli chiede un ulteriore sacrificio. Con una differenza sostanziale: il cittadino, a differenza del personale preposto, non riceve alcun beneficio economico per il lavoro di ricerca e recupero delle ricevute. Il Fondo incentivante per ‘il personale dipendente impiegato nel raggiungimento degli obiettivi assegnati al Settore Entrate’, le cui risorse sono ripartite ‘privilegiando gli obiettivi di recupero dell’evasione dei tributi comunali e la partecipazione all’accertamento dell’evasione dei tributi erariali”, è legittimo, sia chiaro, ma dovrebbe imporre un maggiore supporto al contribuente virtuoso che, una volta pagata la tassa e in possesso di regolare ricevuta, non dovrebbe ricevere ulteriori scocciature. Invece di accampare scuse, sarebbe opportuno risolvere un problema non nuovo”.