(FOTO) Buccino. Studenti a 60 anni per salvare la scuola di paese
Tanti cittadini si sono ritrovati questa mattina alle 10, all’ingresso dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Assteas”, in via Pasteni per sostenere la campagna di iscrizione a scuola ed evitare il dimensionamento dell’istituto. Già con le prime 31 iscrizioni dei militanti di Potere al Popolo, l’istituto “Assteas” di Buccino che include cinque indirizzi, non dovrebbe perdere la dirigenza scolastica né il segretario perché sono stati così raggiunti i 600 iscritti necessari. L’anno 2019/2020 vedrà studenti dai 60 ai 14 anni e il numero è destinato a crescere perché per tutta la settimana Potere al Popolo sarà presente in ben tre piazze in città per continuare la raccolta iscrizioni.
“Il nostro intervento non vuole rivendicare una scuola di paese ma una scuole di qualità per il territorio ovvero un istituto articolato nella proposta didattica e al passo con le esigenze degli studenti di oggi che chiedono opportunità di accesso ad una formazione complessa e eterogenea – spiega Fabio Perretta della Casa del Popolo di Buccino – E’ vero che la scuola conserva il consiglio di istituto, ma nella sua programmazione generale se dovesse rimanere sottodimensionata come è allo stato attuate, diventerebbe un’appendice di altri istituti. Nessuno dice che al momento l’istituto “Assteas” è rimasto in attesa di reggente: il Preside Gianpiero Cerone infatti ha visto il proprio trasferimento presso la sede dell’istituto Confalonieri di Campagna dove sarà attivo nell’organico dal 1° settembre mentre Buccino rimane scoperto e per questo motivo per tutte le attività amministrative fino al 30 agosto saranno svolte da un segretario facente funzioni. La nostra proposta politica non morirà in una polemica di comunità ma andrà avanti all’interno del dibattito sull’autonomia differenziata e sul regionalismo scolastico, un’ulteriore mannaia sulla scuola pubblica nazionale e meridionale”. Solo il liceo scientifico, dal 2011 ha registrato un calo di oltre duecento iscritti. Non consentiremo che le aree interne si svuotino per mancanza di servizi e programmazione.