Gestione condivisa dei beni comuni: incontro pubblico al parco di Via Campi Elisi a Bacoli

L’assessore ai beni comuni del Comune di Bacoli, Fabio Landolfo, ha organizzato un primo incontro con la cittadinanza per intraprendere un percorso di partecipazione cittadina volto alla definizione di un regolamento comunale finalizzato alla gestione condivisa dei beni comuni. L’invito è rivolto a tutti cittadini attivi, responsabili e solidali per Martedì 16 Luglio, alle ore 19, presso il parco pubblico di Via Campi Elisi a Bacoli. “Vogliamo convincere la città di Bacoli – racconta l’Ass. Landolfo – che conviene prenderci cura dei luoghi in cui viviamo, perché dalla qualità dei beni comuni dipende la qualità della nostra vita. Non c’è più tempo per la delega. Abbiamo bisogno di cittadini attivi, responsabili e solidali”. Una sperimentazione che parte dalla villetta “Campi Elisi” a Bacoli, nel cuore del centro antico della città, e che nei successivi incontri di quartiere toccherà tante altre aree verdi, presenti in tutte le frazioni del Comune, le quali sono state ripulite negli ultimi giorni. L’obiettivo finale è quello di non abbandonarle ed esporle al degrado.

Di seguito un vademecum sulla gestione condivisa dei beni comuni:

Perché vi parliamo di questo?

Il Comune di Bacoli vive un periodo di dissesto finanziario e sta facendo di tutto per venirne fuori. Ma la nostra città è anche una città molto ricca: beni archeologici, spiagge, laghi, parchi, beni culturali, tradizioni, storia, lingua, cucina, musica, teatro. Dalla qualità di questi beni dipende la qualità della vita dei cittadini. Per questa ragione è importante prendercene cura mettendo insieme tutte le nostre forze e non delegare ad altri.

Cosa sono i beni comuni

Seppure hanno una storia giuridica molto antica è solo negli ultimi dieci anni che i Beni comuni entrano nel dibattito pubblico in Italia grazie al lavoro della “Commissione Rodotà” sulla riforma dei beni pubblici. I beni Comuni sono quei beni “funzionali al benessere della comunità e dei suoi membri, all’esercizio dei diritti fondamentali della persona e all’interesse delle generazioni future”. Per queste ragioni, il diritto a decidere cosa fare di questi beni, come gestirli e con quali regole è un diritto delle comunità. Negli ultimi anni molte città hanno creato degli strumenti per la valorizzazione, la tutela e la gestione dei beni comuni. Tra questi si distingue il “Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni” promosso da Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà (www.labsus.org) adottato da circa 200 città in tutta Italia.

Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni

Queste regole che vogliamo iniziare a discutere con tutti nelle sedi istituzionali, negli uffici comunali e negli incontri di quartiere, consentono di coinvolgere i cittadini nella definizione dei beni comuni e nella loro gestione quotidiana. L’innovazione amministrativa che apporta questo regolamento è nella creazione di un ufficio per l’amministrazione condivisa, un organo dell’ente che sarà l’unico referente dei cittadini che vogliono prendersi cura di un bene comune, facilitando così il rapporto tra amministrazione comunale e cittadinanza. Lo strumento con cui questa relazione avviene sono i Patti di Collaborazione.

I patti di collaborazione

Sono lo strumento pratico per la gestione condivisa. Sono degli accordi fatti tra cittadini, in forma singola o associata, e l’amministrazione comunale in cui si definiscono i termini di una collaborazione per la presa in cura di beni comuni per finalità di interesse generale. In particolare, il patto individua il bene comune, gli obiettivi generali, l’interesse generale da tutelare, le capacità, le competenze, le risorse dei sottoscrittori (quindi anche i soggetti pubblici), la durata del patto e le responsabilità. I patti si distinguono tra patti ordinari e patti complessi. I primi sono quelli che prevedono semplici azioni di cura, hanno carattere standardizzato e sono facilmente replicabili. I secondi, invece, sono in relazione a progetti che prevedono una molteplicità di interventi per il bene comune e richiedono anche un intervento di natura economica.

Perché vogliamo sperimentare?

L’approvazione di un regolamento comunale non basta da solo a genere un cambiamento nel modo di amministrare la città. C’è bisogno innanzitutto che questa scelta sia condivisa dai cittadini che sono i veri protagonisti di questo cambiamento. È indispensabile che questo cambiamento oltre alla volontà dell’amministrazione venga incontro ad un bisogno sentito dagli abitanti, solo così potranno nascere dei patti di collaborazione autentici. Sperimentare serve anche a testare l’efficacia di queste pratiche sul nostro territorio e mostrarne ai cittadini i risultati. In ultimo ma non meno importante, il modello di regolamento necessita di essere adattato alle specificità locali, alle esigenze delle comunità e alle differenze territoriali, solo così sarà davvero efficace. Quello che stiamo cercando di fare è scrivere insieme il regolamento, attraverso delle piccole azioni congiunte.

Redazione

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