Roma. Carabiniere ucciso, le telefonate al 112
“Mi hanno rubato la borsa. Ho chiamato questi ragazzi e mi chiedono un riscatto di soldi. Devo fare una denuncia”. A dirlo Sergio B., l’uomo derubato dello zaino che ha innescato l’operazione sfociata nella morte del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. “Dentro ho i documenti, non dico i soldi… Se potete venire almeno vi do il numero così se si mi rispondono potete rintracciarli”, dice nella registrazione della telefonata al Nue 112. A contattare i carabinieri è inizialmente un’operatrice del Nue spiegando che accanto a lei c’era una persona derubata a cui i ladri chiedevano tra gli 80 e i 100 euro per riavere la borsa. Poi passa il telefono a Sergio B. che racconta come sarebbero andate le cose. “Sono a piazza Gioacchino Belli – dice l’uomo chiedendo l’intervento dei carabinieri – Almeno vi do il numero e se vi rispondono provate a rintracciarli”. “Così gli dico ‘vi do i soldi” dice ancora.
Per riavere lo zaino “mi hanno detto c’hai 80-100 euro”. A spiegarlo in una seconda telefonata al 112 Sergio B., l’uomo derubato a Trastevere poco prima dell’uccisione del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. Stavolta è l’operatore dei carabinieri a mettersi in contatto con l’uomo, contattandolo al cellulare del passante da cui era partita la richiesta di intervento. Alla domanda se quelle persone erano ancora lì l’uomo ha spiegato. “No, sono scappate con la borsa”. “Se erano lì cercavo di mandare qualcuno in abiti civili” ha risposto il carabiniere aggiungendo che avrebbe mandato subito una pattuglia.
(ANSA)