Villaricca. Tentata rapina ad avvocato e chirurgo: intervengono i Carabinieri

“Un vice brigadiere, un appunto ed un maresciallo dei carabinieri, tutti in servizio al Comando Stazione Carabinieri di Villaricca. E desidero che questa storia si conosca. Si conosca davvero. Che tutti la sappiano per dare il giusto elogio e il dovuto e meritato apprezzamento alle Forze dell’Ordine in generale ed a loro, a questi tre carabinieri, per questa vicenda, in particolare; un elogio ai militari che rischiano ogni giorno la vita per noi cittadini e a questi tre militari in particolar modo per quello che e’ accaduto oggi. Lo dico io che – nel lontano 11 settembre 1981 – ho subito un grave lutto: un mio zio diretto, a nome Francesco Papale, appuntato scelto dei Carabinieri venne colpito a morte da malviventi in un agguanto a Casaluce nei pressi del locale Ufficio Postale e li rimase ucciso. E veniamo a oggi”. A parlare, l’Avv. Raffaele G. Crisileo del Foro di Santa Maria Capua Vetere.

“Mi trovavo, come passeggero, a bordo dell’autovettura, una Smart, di un mio fraterno amico, il dott. Ennio Zerrillo, chirurgo ortopedico di Benevento ed insieme a lui tornavamo dall’abitazione di un nostro comune grande amico, a Marano; un nostro amico in assai precarie condizioni di salute. Da tempo avevano in mente di fargli vista, ma non riuscivamo a conciliare i nostri impegni;alla fine siamo riusciti a concordare questa visita per oggi. E siamo andati da lui, che abita in quel di Marano. Lasciata la sua casa, abbiamo impostato il navigatore dell’auto, direzione Santa Maria Capua Vetere e stavamo viaggiando seguendo le indicazioni. Eravamo giunti, ad un certo punto, nei pressi di una strettoia di una strada del Comune di Villaricca quando all’improvviso abbiamo sentire battere fortemente e violentemente contro il finestrino della nostra autovettura. Erano due persone, a bordo di una moto di grossa cilindrata. Il passeggero sul sedile posteriore impugnava una pistola e ci minacciava in malo modo. Voleva l’ orologio. Il tutto avveniva mentre noi due eravamo con la nostra auto in fila, in pieno ed intenso traffico, incolonnati ed imbottigliati. Noi impauriti stavamo eseguendo gli ordini perentori dei rapinatori. Non avevamo altra scelta se non quella di di obbedire ai loro comandi impartitici con inaudita violenza. All’improvviso pero’ un  ‘miracolo’: e’ comparsa un’ auto, una Fiat Punto, venire a fortissima velocita’ verso di noi; era un’auto con i colori d’istituto dell’Arma dei Carabinieri. Contro quell’auto militare – che si dirigeva repentinamente e fulmineamente verso di noi, verso la nostra auto e che si poneva di traverso – entrava in collisione la motocicletta dei due delinquenti che intanto aveva cercato di prendere la fuga avendo intravisto quell’auto. Per inciso debbo dire che, solo dopo, ho capito che forse l’auto dei militari intervenuti era stazionata poco più in la rispetto a dove eravamo noi e – solo grazie agli occhi attenti ed esperti sia del carabiniere autista (l’Appuntato scelto Gennaro Muti) e del Sottufficiale capo macchina (il Vice Brigadiere Nicolo’ Bua) – erano riusciti a vedere la scena della rapina e sebbene i malviventi erano armati e pronti a tutto i carabinieri non avevano desistiti ad intervenire, avvisando subito – presuppongo – il loro Comandante di Stazione il maresciallo Salvatore Salvati che, in pochissimi minuti, in un batter d’occhio davvero, era giunto sul posto a coordinare prontamente le operazioni. Ma non e’ finita qui! A seguito del forte impatto con l’auto dei carabinieri, i due rapinatori rovinavano ambedue a terra. Mentre pero’ l’app. Muti cercava di bloccare il rapinatore-passeggero del ciclomotore che era caduto a terra, il capo macchina dell’Arma, il vice brigadiere Bua, si dava subito senza esitare all’inseguimento del rapinatore – guidatore del motociclista. La scena che si presentava ai miei occhi ed a quelli del mio amico dott. Ennio Zerrillo era raccapricciante. Una scena da film. Il rapinatore-passeggero della moto, un soggetto certamente palestrato, in forte forma fisica, davvero forte, una volta agguantato dall’appuntato Muti gli sfuggiva alla sua presa; anzi egli riempiva di pugni violenti al volto e in piu’ parti del corpo il carabiniere. Ma la cosa encomiabile e’ che quel carabiniere, l’appuntato Muti, fermamente ligio al suo dovere, sebbene stava avendo la peggio nella colluttazione non esitava a mollare il rapinatore rischiando davvero la propria vita facendo. Tutto cio’ sebbene il malvivente era armato. Solo dopo, grazie anche al senso civico dei passanti, che di li a poco intervenivano, si riusciva bloccare definitivamente il rapinatore – passeggero della moto. Parimenti encomiabile e’ stato il comportamento del vice brigadiere Nicolo’ Bua che ho visto essere riuscito a bloccare l’altro malvivente, il rapinatore – guidatore della moto dopo una corsa pazzesca , un inseguimento a piedi lunghissimo, affannoso e pericoloso per prenderlo. Alla fine Bus e’ ritornato traendolo in arresto. Il tutto sotto la guida del loro comandante maresciallo Salvatore Salvati la cui eccezionale calma e la sua mirabile guida e’ stata encomiabile nel coordinare l’operazione in un trambusto generale ed in uno stato di panico. Questi tre militari dell’Arma meritano ogni ringraziamento da parte di noi cittadini e cosi facendomi interprete delle tante e tante persone presenti sul posto che, con me, hanno lodevolmente apprezzato l’operato dei tre militari dopo questa pericolosa scena da Far West”.

Redazione

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