Crisi Governo, Rizzo: “Pronti a scendere in campo”
«La crisi politica è aperta. Di fatto si confrontano e si confronteranno due blocchi politici che fanno riferimento a uno scontro tutto interno al capitalismo. Da una parte quello sovranista di Salvini che, obiettivamente, gode di una possibile maggioranza parlamentare nel caso (anch’esso probabile ma non certo) in cui si andasse al voto. Dall’altro una ‘macedonia’ fatta da un centrosinistra europeista, con in testa il Pd, che proporrà un fronte “antifascista” anche al M5S. Per quanto concerne il movimento di Grillo, è evidente che in nessun paese al mondo si siano utilizzati così male e persi in modo altrettanto rapido e rovinoso milioni di voti di elettori di fatto traditi nell’istanza del cambiamento». Lo dichiara Marco Rizzo, leader del Partito Comunista.
«L’elenco è tristemente lungo: Euro, UE, Nato, F35 e spese militari, concessioni autostrade – con Benetton che ricostruisce il ponte e si prende Alitalia e con Toto che ha il rinnovo per 10 anni delle concessioni in Abruzzo di A24 e A25 – ex-Ilva, Trivelle, Tap, Muos e poi infine il voto alla presidente europea Ursula von der Leyen, con i parlamentari 5Stelle determinanti a Strasburgo e poi la ‘frittata’ sulla Tav, conclusa cadendo in ginocchio di fronte a Salvini con un inutile voto parlamentare, quando avrebbero potuto “farlo in piedi” sfiduciando il governo su quella battaglia ritenuta fondamentale.
«È altrettanto chiaro che entrambi questi blocchi non risolveranno i problemi dell’Italia e del popolo italiano. Rappresentano quello di Salvini, settori di borghesia, Confindustria e ceto medio proletarizzato che rifuggono dalla globalizzazione ma che conservano il credo liberista, conquistando di fatto vaste aree di lavoratori e ceti popolari più per l’antipatia nei confronti di certa sinistra, che non per adesione piena ad un possibile progetto reazionario di massa. Dall’altra parte una sinistra ed un PD che ricalcano le scelte e gli errori strategici nell’essere la parte più conseguente alla globalizzazione capitalista ed europeista, con quel che resterà del voto degli elettori grillini destinati a riposizionarsi dentro questo più ampio contenitore».
«A una sommaria analisi, Salvini ha più consenso elettorale ma molti più nemici: ha contro – almeno formalmente – la UE, gli intellettuali, il Vaticano, i giornali che contano e forse questo combinato disposto potrebbe attrarre in una immediata tornata elettorale l’attenzione di parte del voto popolare (che verrebbe poi successivamente tradito dalla Lega così come il M5S ha fatto nel corso di questa breve legislatura). E noi comunisti? Mai come ora suona forte la domanda “che fare?”. In prima analisi risulta chiaro che noi dobbiamo esser contro Salvini tanto quanto contro il PD, la finta sinistra e contro l’inutile M5S. Il nostro lavoro ora non può ancora cimentarsi (ma lavoriamo per) con il voto delle grandi masse popolari e deve quindi ‘sfruttare’ i momenti elettorali non solo per far conoscere la necessità di cambio di sistema come unica soluzione per i problemi dell’Italia, dei lavoratori e del suo popolo, ma soprattutto deve tendere al rafforzamento politico e organizzativo del Partito Comunista. Questo è l’obiettivo di fase che noi perseguiremo con un programma chiaro contro UE, Euro e NATO. Siamo e saremo pronti!».