Crisi Governo, sindacato LRM: “Militari pagheranno conto salato”
La crisi di Governo avrà forti ripercussioni sull’operato svolto dai ministeri fino alla mozione di sfiducia del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, nei confronti dell’ormai ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
La Difesa, in particolare, farà fronte alle prime conseguenze dirette della conclusione anticipata dei lavori istituzionali. Cosa potrebbe succedere adesso? Lo abbiamo chiesto al presidente LRM, Girolamo Foti.
“Non sono certamente un uomo di politica e non posso giudicare la crisi del governo voluta da Matteo Salvini. Tuttavia, da rappresentante del personale di lungo corso, posso affermare, e ci metto la firma, che i militari e le proprie famiglie pagheranno sicuramente un salato conto”. Sono le forti parole del palermitano, che prosegue spiegando: “Dopo lunghi periodi di trattative, il Cocer era riuscito ad ottenere dei risultati significativi. Abbiamo presentato una serie di delibere, diffuso comunicati stampa, partecipato ad incontri con il ministro e l’ex premier Giuseppe Conte, aperto tavoli concertativi sul contratto triennale scaduto nel dicembre del 2018, discusso riguardo ai correttivi del riordino ed il rimanente contratto normativo trattato con la precedente legislatura. Inoltre, ci siamo confrontati in più occasioni sui temi di ricongiungimento familiare, legge 104 e legge sul sindacato. Azioni concrete e non promesse, come qualcuno vorrebbe affermare. In questo senso, riporto in auge una nota del ministero della Difesa, sottoposta anche al ministro per la pubblica amministrazione della Repubblica Italiana, Giulia Bongiorno, all’interno della quale si leggeva di tavoli concertativi previsti per settembre. Salvini, purtroppo, annebbiato dall’idea di consenso popolare al 40%, ha dimenticato le esigenze dei lavoratori militari, dei poliziotti, delle famiglie con i conti in rosso che si aspettavano un po’ di ossigeno dal Governo Conte. Tutto è saltato e chissà quando avranno luogo le prossime concertazioni. Certamente non prima di marzo 2020”. Si parla di una nuova disciplina per i sindacati militari: “Esiste, è stato sicuramente fatto un piccolo passo in avanti in attesa di una legge definitiva – dichiara –. Viviamo una fase di riconoscimento. I sindacati potranno entrare nelle caserme, spiegare le loro finalità, offrire servizi ed essere ascoltati dagli uffici preposti per rappresentare i problemi dei propri iscritti. Con delega si riconoscerà la reale forza del sindacato X o Y”.
Il Ministro Elisabetta Trenta ha personificato il concetto di dialogo per i sindacati militari: “E’ una grande donna. Per tantissimi militari è e resterà il miglior Ministro della Difesa di tutti i tempi – afferma senza indugio Foti –. Ci ha fatto dimenticare periodi infelici. In un anno non poteva fare miracoli, ma ci ha messo la faccia, difendendo i più deboli ed uscendo fuori determinati schemi. Posso affermare che ha fatto di tutto per ridurre davvero all’osso i tempi burocratici e in questo senso parlano chiaro il decreto ministeriale e la regolamentazione giuridica della nostra realtà. Ci mancherà. Forse non sarà così per qualche gerarca indispettito dalla sua apertura umana, fuori ogni logica classista, verso il personale”.
Pacchetto “Sicurezza bis” e critiche dal mondo militare: “Ci troviamo di fronte ad un’altra opera geniale di Salvini – afferma il leader sindacale -. Prima ha invocato più sicurezza per contrastare il pericolo terrorismo, poi ha praticamente escluso i militari come destinatari del finanziamento per l’operazione Strade Sicure. Credo che l’ex ministro dell’Interno sia mal consigliato dal suo staff e spero non si tratti di disinteresse nei nostri riguardi. Il pericolo è che ci consideri inferiori a poliziotti e carabinieri, sarebbe interessante conoscere cosa ne pensa realmente”.
Girolamo Foti sottolinea come la Lega abbia un atteggiamento di chiusura nei confronti del sindacato: “Sembrano davvero prevenuti, così come altri soggetti politici di destra ed alcuni del Partito Democratico. L’unico partito veramente disponibile in questo senso è il Movimento 5 Stelle”. A chi parla di Giorgia Meloni che potrebbe rivelarsi un buon ministro della Difesa, il presidente LRM risponde così: “E’ decisamente autoritaria e viene da un partito storicamente vicino alla classe dirigente. Ha trasformato in politici diversi generali e colonnelli. Questo la rende un ottimo interlocutore per le alte stanze, meno per i soldati che rischiano di rivivere gli anni di Pinotti e La Russa”.