Quota 100, per Confintesa: “E’ stato un insuccesso nel privato”
Diversamente dalle aspettative e dai numeri sbandierati dal governo giallo-verde, la misura di Quota 100 non ha avuto successo nel settore del lavoro privato, essendo stati solo 60000 coloro che hanno deciso di chiedere il pensionamento anticipato.
A commentare è Giustino D’Uva, segretario generale dei metalmeccanici di Confintesa: “Era prevedibile che quota 100, a dispetto degli entusiastici proclami propagandistici, non avesse un gran seguito nel privato. Complici regole poco chiare, che rischiano di creare un nuovo caso di esodati, e di una profonda stagnazione dell’economia. A differenza dei lavoratori del pubblico, che per presentare la domanda di pensionamento hanno 6 mesi durante i quali restano in servizio, nel privato le dimissioni per avviare la pratica sono tassative ed irrevocabili; con la conseguenza di non poter più tornare indietro qualora ci si renda conto di non soddisfare i requisiti di legge. Si ricordi in proposito che, in presenza di un riscatto del percorso di laurea, gli anni di contributi effettivamente versati non possono comunque essere meno di 35, benché la laurea sia quinquennale. Non è difficile, dunque, incappare in un errore di calcolo, vista la scarsa chiarezza della norma. Inoltre, la situazione economica è di generale stagnazione, e ciò ha scongiurato molti ritiri anticipati dal servizio attivo. Non è difficile capire che gli unici veri beneficiari della misura sono le aziende, che hanno provveduto a sostituire con contratti stabili solo il 40% dei posti rimasti vacanti, incrementando ulteriormente la precarizzazione del lavoro”.