Roma. Serie di aggressioni a medici e infermieri al Pronto Soccorso
La sanità italiana, purtroppo, non è più quella di un tempo, a tutto discapito dei cittadini italiani, che non possono più godere di un servizio efficiente, a causa di carenze di personale, continue chiusure di reparti o addirittura di interi ospedali e mancanza cronica di fondi.
Vittime, seppure indirette, della malasanità sono anche medici e infermieri, che si trovano a dover gestire situazioni al limite del tollerabile.
Quello che succede a Roma in questi giorni è emblematico, poiché i pronto soccorso degli ospedali, affollati da gente di ogni risma, sono diventati dei luoghi di lavoro pericolosi.
A denunciarlo è Valerio Arenare, segretario nazionale del Sinlai: “Non è ammissibile che medici ed infermieri non possano svolgere il proprio lavoro serenamente perché i pronto soccorso sono costantemente frequentati da barboni, immigrati, sbandati che non hanno di meglio da fare o che finiscono in ospedale per risse o per eccessivo consumo di alcol e sostanze stupefacenti; i quali, complici le lunghe file d’attesa, danno spesso in escandescenza, tanto che ormai le aggressioni contro il personale sono all’ordine del giorno. Purtroppo la sanità, a Roma e nel Lazio, è scaduta notevolmente nell’ultimo periodo ed ora persino lavorarvi è divenuto insicuro. Chiediamo che si prendano provvedimenti immediati per arginare il fenomeno, anche ripristinando, se del caso, presidi di pubblica sicurezza che fungano da immediato deterrente verso la violenza dei delinquenti che popolano le sale d’attesa, mettendo a rischio la salute di operatori ed utenti”.