Spiagge in Campania, Ronghi: “Partiti populisti sposano lobby balneatori”
“Il cosiddetto ‘Governo del Popolo’ ha prorogato le concessioni balneari fino al 2033 difendendo gli interessi della organizzata lobby dei balneatori e non gli interessi dei milioni di Italiani, che vorrebbero beneficiare di un proprio bene, le spiagge, che, invece, continuano ad essere fonte di profitto privato alla faccia del ‘populismo’”! E’ quanto ha affermato il dirigente di “Sud Protagonista”, Salvatore Ronghi, che, oggi, ha incontrato associazioni ambientaliste e comitati di cittadini che rivendicano il diritto alle spiagge libere.
“La lobby dei balneatori è così forte da riunire tutti i partiti a proprio sostegno, compresi i cosiddetti partiti ‘populisti’, che hanno subito abdicato al loro presunto ruolo di difesa del popolo per sposarla” – ha sottolineato Ronghi.
“In Italia, il 60% delle spiagge è stato dato in concessione a privati che, di fatto, ne sono diventati padroni in barba ai diritti dei cittadini e anche delle norme previste dalla Direttiva Bolkestein, mai attuata in Italia, che prevede che tali concessioni vadano a gara – ha evidenziato Ronghi -, ciò determina un giro di affari di circa 15 miliardi annui, di cui beneficiano poche migliaia di operatori, mentre lo Stato incassa solo 103 milioni per le concessioni demaniali marittime con il rischio di pagarne altri 100 all’anno all’Europa, che sta valutando di aprire la procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese. A ciò si aggiunge che, del rimanente 40%, almeno il 15% sono considerate “spiagge libere” ma, di fatto, sono interdette per divieto di balneazione, pericolo di crolli o per salvaguardia ambientale, penalizzando, così, ulteriormente, i cittadini che sono costretti a subire una spesa elevata per beneficiare di un bene pubblico” – sottolinea Ronghi.
“In questo contesto molto negativo, la Campania resta la regione con la maggiore percentuale di spiagge “privatizzate”, indossando, insieme con il Lazio, la ‘maglia nera’ d’Italia per la quota di spiagge libere, calata dal 40 al 20%; inoltre, molte delle cosiddette spiagge libere sono state trasformate in “spiagge attrezzate” , da soggetti abusivi o con la complicità dei Comuni, che, di fatto, sono diventate spiagge semi private senza concessione demaniale” – ha osservato Ronghi, nell’annunciare che “presenteremo una proposta di legge di iniziativa popolare affinchè la Regione Campania stabilisca norme e criteri per ripristinare la supremazia delle spiagge libere e un aumento dell’irrisorio costo delle concessioni”.