Tipo mappale: cos’è, a cosa serve e come si ottiene

Quando si è in possesso di un terreno e questi subisce un cambiamento di stato, è necessario registrare tale cambiamento presso il Catasto terreni. Tale necessità emerge in caso di demolizione, edificazione, ampliamento (anche parziale) di una o più unità immobiliari presenti sul terreno, oppure nel caso in cui una particella venga frazionata per un passaggio di proprietà. Vediamo di seguito quale procedura è necessario seguire per espletare correttamente tutte le formalità a carico dell’intestatario (o degli intestatari) del bene.

Cos’è il tipo mappale

Il tipo mappale, come si legge sul sito specializzato www.ivisura.it, è una procedura di aggiornamento cartografico che riguarda il Catasto terreni. In sostanza, è l’atto mediante il quale si comunica al catasto un intervento effettuato su di un fabbricato all’interno di un terreno; nella maggior parte dei casi si utilizza per registrare un ampliamento della struttura. Esistono diverse categorie di tipo mappale, a seconda delle caratteristiche dell’intervento:

– tipo mappale per totale demolizione del fabbricato;

– tipo mappale per demolizione parziale del fabbricato;

– tipo mappale per accorpamento del fabbricato alla corte;

– tipo mappale per fusione di due parti;

– tipo mappale per nuova costruzione sull’intera particella;

– tipo mappale per ampliamento del fabbricato per un’estensione superiore al 50% della superficie già in mappa;

– tipo mappale per costruzione di un nuovo fabbricato di estensione superiore a 20 metri quadri;

– tipo mappale per nuovo fabbricato con o senza scorporo di corte;

– tipo mappale di porzione di fabbricato rurale con variazione dell’intero fabbricato promiscuo;

– tipo mappale per passaggio al catasto urbano di fabbricato rurale.

In base alle ‘proporzioni’ dell’intervento, si possono individuare tre principali categorie di atto:

– tipo mappale di modesta entità: serve per le nuove costruzioni di estensione inferiore ai 20 mq e per ampliamenti di fabbricati già in mappa non superiori al 50% della superficie;

– tipo mappale in deroga, in quanto non prevede l’inserimento di una nuova geometria;

– tipo mappale con la nuova procedura informatizzata ex circolare n. 2/88

Come inoltrare la richiesta di aggiornamento delle mappe catastali

A partire dal primo giugno 2015, gli atti tecnici per gli aggiornamenti catastali devono essere compilati ed inviati esclusivamente per via telematica. Nel caso del tipo mappale, la dichiarazione è a carico degli intestatari dell’immobile e, come riferisce il sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, deve essere presentata per via telematica da un professionista tecnico abilitato: architetto, ingegnere, dottore agronomo e forestale, geometra, perito edile, perito agrario e agrotecnico. L’atto di aggiornamento catastale può essere compilato, dai professionisti, utilizzando il software Pregeo; il documento va poi inoltrato, per via telematico, alla piattaforma Sister (che prevede l’abilitazione al servizio presentazione documenti).

Nel caso in cui la procedura online dovesse rivelarsi problematica, è possibile presentare la pratica in formato cartaceo presso gli uffici provinciali competenti per il territorio. L’Agenzia delle Entrate può effettuare una serie di verifiche e, nel caso, procedere ad un rettifica d’ufficio poi notificata anche ai soggetti intestatari del bene. Questi ultimi possono fare ricorso avverso all’accertamento rivolgendosi alla Commissione tributaria provinciale competente per il territorio secondo le modalità riportate all’interno dell’atto di accertamento.

Per quanto riguarda i costi della pratica di aggiornamento, le normative in vigore impongono il versamento dei tributi speciali catastali e di un’imposta di bollo. In quanto ai tempi, infine, le legge prevede che, una volta ottenuta l’abitabilità, l’intestatario ha sei mesi di tempo per l’aggiornamento delle mappe catastali in caso di costruzione di un nuovo fabbricato.

I tecnici incaricati di espletare la pratica devono ottenere le seguenti informazioni:

– i dati catastali del fabbricato, con la superficie complessiva indicata in metri quadri;

– i dati anagrafici dell’intestatario dell’immobile;

– indicazione della tipologia del bene;

– disegni cartografici (in formato cartaceo o digitale);

– indicazione del tipo di procedura mappale.

Redazione

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