Amazon assume immigrati a tempo indeterminato: insorge il Sinlai
Il colosso dell’ecommerce, Amazon, ha annunciato di aver assunto a tempo indeterminato 7 immigrati sbarcati a Lampedusa. Immediato giunge il commento al vetriolo di Valerio Arenare, segretario nazionale del SINLAI: “finora, in tutta Italia, Amazon si è distinta in negativo per i contratti capestro e per le disumane condizioni cui sono costretti gli operai, con turni massacranti e paghe da fame. Si tratta, insomma, del tipico esempio di capitalismo sfrenato che pur di massimizzare il profitto specula sulla pelle dei lavoratori. Tutto ciò, tuttavia, non vale per gli immigrati; 7 clandestini, o finti profughi, sono stati infatti assunti direttamente a tempo indeterminato, senza alcun procedimento di selezione, senza aver fatto la gavetta e, soprattutto, senza la benché minima referenza che non sia il fatto di essere stranieri ed avere la pelle nera. Si tratta, insomma, di un caso assurdo ed inaccettabile di razzismo verso gli italiani da parte di una multinazionale che non ha il minimo interesse per le condizioni dei propri dipendenti, ma che evidentemente persegue campagne squallide e buoniste di sostituzione etnica dei lavoratori italiani. Per questo, come abbiamo fatto sin dall’inizio, continueremo a contestare duramente Amazon ed a denunciare tutti gli abusi perpetrati nel nostro Paese”.