Lavoro, D’Uva ai sindacati: “Il Sinlai è il futuro dei lavoratori”

Direttamente dalla provincia di Varese, nel corso della festa dell’Anpi, esponenti della CISL e della CGIL hanno lanciato la necessità di fare dell’antifascismo il pilastro del sindacalismo.

A rispondere è Giustino D’Uva, dirigente nazionale del Sinlai: “A Varese è andata in scena la paura del sindacalismo nero, da parte di CISL e CGIL, che, malgrado i proclami di indipendenza politica, partecipano alla festa dell’associazione dei partigiani. Premesso che i sindacalisti dovrebbero partecipare ad incontri con le associazioni datoriali, per discutere il miglioramento delle condizioni di lavoro, e non con gay e partigiani, sappiamo benissimo che la paura dei sindacati rossi è l’avanzamento di organizzazioni sindacali nuove, che stanno prendendo terreno a CGIL CISL e Uil. È il caso del Sinlai, del Sidas e di Lega della Terra (associazione di coltivatori diretti e imprenditori agricoli), che si stanno prepotentemente facendo strada tra i lavoratori, stanchi di sindacati che ne hanno svenduto i diritti alle grandi aziende pur di garantirsi qualche prebenda. Non si dimentichi, inoltre, che la triplice sindacale ha per decenni beneficiato delle leggi antifasciste che ne hanno tutelato il sostanziale monopolio, rendendo quasi impossibile la vita dei sindacati minori; consentendo a CGIL CISL e Uil di radicare sul territorio una rete miliardaria di servizi che predilige indubbiamente gli immigrati agli italiani, solo perché rappresentano un business maggiormente lucrativo. Oggi che il fallimento dei sindacati rossi emerge chiaramente, più ancora che in passato la triplice non può che dedicarsi esclusivamente ad attaccare i sindacati neri, che si vanno affermando sfruttando il malcontento dei lavoratori italiani e la loro necessità di avere una concreta tutela contro gli abusi delle multinazionali, che dettano le condizioni ed impongono precariato e povertà. Intanto, dunque, mentre i giovani italiani sprofondano nel precariato ed i quarantenni vengono destinati alla disperazione dell’impossibilità di ricollocarsi, i sindacati tradizionali cercano invano di appigliarsi all’antifascismo per non perdere consensi; contestualmente, nuovi sindacati prendono piede e si affermano sul territorio, determinando un allontanamento radicale dei lavoratori dalle istanze obsolete dell’antifascismo“.

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Redazione

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