Legge proporzionale senza sbarramenti, Frattasi: “Occorre forte mobilitazione”
“Matteo Salvini ha annunciato che punta ad una consultazione referendaria per abrogare la quota proporzionale del Rosatellum 2, rendendo così tale legge totalmente maggioritaria. Il leader della Lega ha intenzione di far presentare la proposta da almeno 5 Consigli regionali delle Regioni in cui il suo partito ha una consistente rappresentanza. Il Partito Comunista italiano di fronte alla nuova offensiva che propone Il ritorno, in qualsiasi forma, al maggioritario ribadisce la necessità di una battaglia politica e civile per una legge proporzionale senza sbarramenti e senza alcuna forma di premio a chi arriva primo. Il Partito Comunista Italiano lancia, quindi, la proposta di una mobilitazione unitaria per una legge elettorale senza proporzionale senza sbarramenti”. Lo dichiara Antonio Frattasi, Segretario Regionale Pci Campania.
“La questione della legge elettorale è ritornata, dunque, al centro del dibattito politico ed è oggetto di duri scontri tra una parte della nuova maggioranza e le opposizioni di destra, alle cui posizioni pro maggioritario sembra essersi avvicinata Forza Italia. Per la verità, anche i “padri nobili “del centro sinistra (Prodi, D’Alema e Veltroni), che ancora avvertono il fascino discreto del maggioritario, forse immemori dei tanti guasti che ha provocato dal 1994 in poi, pensano che la proporzionale non sia la legge elettorale migliore per l’Italia e vorrebbero un ritorno ai farraginosi ed iniqui sistemi maggioritari che abbiamo tristemente conosciuto. Eppure, tutti coloro che vogliono il maggioritario dovrebbero riflettere sul fatto che in Italia abbiamo votato tre volte con il Mattarellum (’94, ’96 e 2001) e tre volte con il Porcellum (2006,2008 e 2013), ma, pur nella diversità dei meccanismi previsti dalle due leggi, con entrambe (tranne che nelle legislatura 2001-2006) abbiamo avuto avvicendamenti di governi e cambi di maggioranza (e di casacche). Si dice da più parti che occorre riportare al centro dell’agenda politica la questione della governabilità, che, nelle intenzioni di chi la propone, dovrebbe assicurare stabilità e continuità all’azione di governo. Ma la governabilità è un concetto astratto, che non tiene in alcun modo conto delle contraddizioni sociali, politiche ed economiche del Paese. La governabilità, quella che abbiamo conosciuto in Italia, è “un falso mito”, che di fatto, con la previsione di sbarramenti elettorali altissimi e di patti di potere tra le forze politiche, mortifica la rappresentatività, soffoca la dialettica politica, esclude le minoranze che rifiutano di farsi mera appendice dei partiti maggiori. La governabilità fondata sul maggioritario fotografa un Paese fermo, registra rapporti di forza e li perpetua attribuendo ai partiti maggiori una rappresentanza molto più ampia di quella alla quale essi avrebbero avuto diritto secondo i consensi realmente ottenuti. Una legge proporzionale che non preveda sbarramenti può riavvicinare al voto settori dell’astensione e rendere più libero il confronto elettorale. Tanti cittadini, infatti, consapevoli del fatto che la lista che vorrebbero votare non ha possibilità di raggiungere il quorum per poter accedere alla ripartizione dei seggi, restano a casa perché rifiutano di votare il “male minore”, vale a dire i partiti principali. Con il proporzionale gli elettori che pensano di contrastare la vittoria all’avversario più temuto possono tranquillamente votare per la propria lista preferita, consapevoli del fatto che, senza sbarramenti, potrà ottenere dei seggi, che finiranno inevitabilmente con l’essere sottratti alle forze avverse. Ovviamente i partiti cosiddetti maggiori nulla avrebbero da temere da una legge proporzionale perché, i consensi da loro eventualmente ottenuti garantirebbero comunque la formazione di adeguate e consistenti rappresentanze parlamentari. Il proporzionale consente di far entrare nelle aule parlamentari le contraddizioni reali del Paese, offre una voce ai lavoratori, ai precari, agli esclusi”.