Giustizia, Magistratura Indipendente: “Attribuire liti tributarie alla magistratura contabile non è la soluzione”
“La Corte dei conti, con una recente risoluzione del suo consiglio di presidenza, propone l’attribuzione in via esclusiva a sé stessa delle competenze giurisdizionali proprie delle commissioni tributarie previa soppressione di queste ultime, secondo una concezione di fondo che vorrebbe ‘concentrare in una stessa Magistratura la salvaguardia degli interessi dell’Erario e del Fisco’ per rafforzare ‘l’idea unitaria (sostanziale-processuale) dell’entrata pubblica’. In tale insolita prospettiva, la Magistratura contabile dichiara altresì di mettere a disposizione ‘della comunità repubblicana le proprie competenze e la propria esperienza settoriale’ per concorrere ‘alla buona fattura della legge’ di riforma della giustizia tributaria”. È quanto hanno dichiarato in una nota congiunta Maria Grazia Arena e Paola D’Ovidio, rispettivamente presidente e segretario di Magistratura Indipendente.
“Deve tuttavia rimarcarsi che la Corte dei conti è l’organo deputato a vigilare sull’andamento delle entrate e che, si noti, proprio evocando tali sue prerogative istituzionali essa si propone per l’assegnazione delle nuove competenze giurisdizionali – hanno aggiunto – Nell’ottica di salvaguardia del diritto dei cittadini alla terzietà del giudice riteniamo allora gravemente inopportuna l’opzione di conferire alla Magistratura contabile il settore della Giustizia Tributaria”. “Quest’ultima – hanno spiegato – è da tempo attraversata da importanti spinte riformatrici volte, pur nella diversità delle soluzioni di volta in volta prospettate, a un rafforzamento della posizione di imparzialità e indipendenza del giudice tributario e all’accrescimento della sua professionalità, al fine di assicurare, nel rispetto delle garanzie procedimentali e processuali, il diritto del cittadino a concorrere equamente alla spesa pubblica secondo il dettato costituzionale”.
“Rispetto al soddisfacimento di tali giuste e imprescindibili esigenze – hanno dunque evidenziato Arena e D’Ovidio -, risulta fortemente distonica la risoluzione della Magistratura contabile laddove intenderebbe sottrarre alla Corte di cassazione, salvo (beninteso) il limitato profilo della giurisdizione, il controllo di legittimità sull’intero settore nevralgico del diritto tributario, volto a garantire costantemente il diritto del cittadino contribuente nel suo rapporto con il Fisco, senza sacrificare le garanzie di equità del prelievo e di parità delle armi nel processo rispetto ai (pur rilevanti) obiettivi di finanza pubblica”.
“Per la piena valorizzazione della specialità del diritto tributario e per garantire l’efficace esercizio della giurisdizione in tale delicato settore – hanno chiosato -, sono state d’altronde messe in campo imponenti misure legislative e ordinamentali che hanno rafforzato enormemente, specie da ultimo, il ruolo della Corte di cassazione la cui sezione tributaria è oggi un riconosciuto modello di efficienza e di organizzazione”.
“Tale linea evolutiva, unanimemente apprezzata, verrebbe ora inopinatamente messa in discussione dalla risoluzione della Corte di conti la quale, nello sviluppo del suo ragionamento, concentra l’attenzione riduttivamente sull’esigenza di preservare le entrate dello Stato, senza fare alcun doveroso cenno ai diritti dei contribuenti, le cui garanzie e aspettative di giustizia devono parimenti orientare ogni seria e avveduta prospettiva di riforma”, hanno concluso Arena e D’Ovidio.