Whirlpool Napoli, PCI: “Governo Conte 2 incapace di reagire arroganza vertici multinazionale”

“Si è svolta a Napoli, nella giornata di ieri a Castel dell’Ovo, una bella e partecipata assemblea, indetta da “Napoli non molla”, sulla vertenza dello stabilimento Whirlpool di Via Argine, che, per volontà dei vertici aziendali, chiuderà tra pochi giorni, il prossimo 1° novembre. 420 lavoratori, forniti di apprezzate e consolidate esperienze professionali, rischiano di finire sul lastrico per l’atteggiamento irresponsabile del management della multinazionale statunitense-che dall’investimento a Napoli ha ricavato soltanto cospicui benefici e vantaggi, venendo poi meno ad impegni assunti-, e per la conclamata incapacità dei governi Conte 1 e 2 di adottare misure e provvedimenti adeguati alla gravità della situazione. Nel corso dell’assemblea si sono alzate le voci dei lavoratori, fermamente decisi a proseguire la lotta con determinazione e coraggio, ma anche quelle del Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, dell’assessore al Lavoro Monica Buonanno, del professor Emiliano Brancaccio, dell’ex giudice costituzionale Paolo Maddalena, di personalità del mondo dello spettacolo e della cultura. Napoli è dunque pronta a mobilitarsi, a dare pieno appoggio e sostegno ad una lotta sicuramente dura, che richiederà costante presenza nelle piazze, forme concrete ed attive di solidarietà verso i lavoratori, e, soprattutto, capacità di indicare soluzioni che individuino un futuro produttivo per l’azienda”. Così, in una nota la segreteria regionale del PCI Campania.

“Il Pci è certo che la città saprà reagire a questo attacco alle condizioni materiali di vita delle classi popolari con la passione civile e la tensione morale che hanno caratterizzato i momenti migliori della sua storia repubblicana ed essere concretamente al fianco dei lavoratori dello stabilimento Whirlpool di via Argine e di quelli delle numerose aziende dell’indotto, anche esse a rischio di chiudere i battenti. E’ un quadro che definire drammatico è poco: quel che è in gioco, in questa fase, è il già debole tessuto produttivo della città, il cui destino viene reso ancor più oscuro, incerto e privo di prospettive dagli scenari economici italiani ed internazionali: la guerra dei dazi imposta dagli Usa, la stretta morsa degli accordi di Maastricht e gli insanabili contrasti nell’Eurozona, la persistente debolezza di tutta l’economia italiana. E’ noto che in Italia vi sono 158 tavoli aperti relativi a crisi industriali, tavoli che vedono coinvolti circa 200.000 lavoratori: dal Nord al Sud emergono criticità, dal settore dell’acciaio a quello dell’auto. E’ evidente che dove più fragile è il tessuto produttivo (il Mezzogiorno d’Italia) più sono pesanti e rovinose sono le ricadute. Il Governo Conte, nel corso della vicenda Whirlpool , ha assunto finora il comodo ruolo del notaio che prende atto e registra ciò che è accaduto, timoroso di contrapporsi alla multinazionale statunitense; ma il suo compito deve essere ben diverso: far rispettare gli impegni assunti, e soprattutto far valere la dignità dei lavoratori, adottando con fermezza i provvedimenti più efficaci per assicurare nei fatti il diritto al lavoro costituzionalmente garantito. Il Pci richiama l’attenzione su alcune dichiarazioni pronunciate da importanti manager di grandi gruppi bancari a proiezione internazionale. Recentemente proprio il più autorevole rappresentante di un importante istituto creditizio ha parlato di investimenti per ben 30 miliardi da effettuare nel Mezzogiorno in 2 anni a sostegno delle imprese e delle famiglie. Ci si domanda allora: perché il governo Conte 2, in situazioni di crisi come quella della Whirlpool, non si attiva per verificare se vi sia la possibilità di sostenere lo stabilimento di via Argine con finanziamenti bancari agevolati e di cui il settore pubblico garantisca tempi e forme di rimborso? Potrebbe essere questo il primo passo verso la nazionalizzazione del sito napoletano della Whirlpool. Il Pci vigilerà attentamente sugli sviluppi della situazione, agendo in maniera unitaria con le altre forze della sinistra antagonista, con i sindacati di categoria e il sindacalismo di base, e sempre al fianco dei lavoratori”.

Redazione

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