Abusi su minorenne a Trentola Ducenta, l’interrogatorio di Don Michele
“Chiedo scusa. Ho tenuto comportamenti non appropriati con una minorenne”. Queste le parole di Don Michele Mottola, l’ex parroco di Trentola Ducenta accusato di abusi su una minorenne del posto.
Il parroco, originario di Qualiano, arrestato qualche giorno fa dopo gli audio diffusi dalla trasmissione Le Iene, è stato ascoltato dal gip della Procura di Napoli Nord nella casa circondariale di Secondigliano, recluso da 4 giorni, rendendo dichiarazioni spontanee: “Spero riescano a perdonarmi. Ho intrapreso un percorso spirituale. Mi affido alla giustizia divina e terrena. Sono colpevole”.
Il sacerdote, sospeso anche dalla Diocesi già all’epoca dello scandalo (maggio 2019), tramite il suo avvocato difensore Antimo D’Alterio ha chiesto la misura dei domiciliari.
Intanto don Michele Mottola è stato sospeso anche dall’Ordine dei Giornalisti della Campania e raggiunto da un provvedimento di sospensione dall’Ordine presieduto dal presidente Ottavio Lucarelli, il quale ha contestualmente inviato un esposto al Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti della Campania.
Trentola Ducenta. Caso Don Michele, la ricostruzione dell’agguato sull’Asse Mediano
“Gli è stato fatto un vero e proprio agguato. Sull’Asse Mediano nel territorio di Napoli”. A dirlo l’avv. Antimo D’Alterio, difensore di Don Michele Mottola, il prete di Trentola Ducenta (Caserta) ma originario di Qualiano (NA), arrestato per aver abusato di una bambina ed attualmente detenuto nel carcere di Secondigliano ove stamane è stato ascoltato dal gip del Tribunale di Napoli Nord.
In un’intervista rilasciata all’Adnkronos, l’avvocato del sacerdote spiega cosa è accaduto qualche giorno prima del fermo giudiziario del suo assistito. “Non voglio fare apparire don Michele Mottola come una vittima ma in questo momento è molto provato perché dieci giorni fa è stato aggredito dal papà della bambina, vittima degli abusi sessuali, sull’asse mediano nel territorio di Napoli. Gli è stato fatto un vero e proprio agguato. Episodio che è stato denunciato alla magistratura. È stato speronato con l’auto e aggredito fisicamente. Solo l’intervento di due motociclisti ha evitato il peggio. Basta guardare le foto delle auto che abbiamo conservato per capire la gravità dell’episodio. Sul posto sono stati allertati i vigili urbani di Napoli e don Michele è stato pure refertato in ospedale per alcune ferite riportate al volto – ha aggiunto l’avvocato D’Alterio -. Lui ha ammesso sia con il vescovo che con il gip oggi questa sua debolezza e ha chiesto scusa a tutti. Se il gip non dovesse concedergli i domiciliari, aspettiamo la fissazione del riesame per chiedere una pena meno afflittiva”.