Roma. ‘In 24ore aggressione a personale Polizia Penitenziaria’: la denuncia dell’USPP
“Anche oggi, purtroppo, dobbiamo registrare una duplice aggressione da parte di detenuti nei confronti di due agenti di Polizia Penitenziaria del carcere di Regina Coeli di Roma” è quanto annuncia, in una nota stampa, Francesco Laura, il Vice Presidente dell’U.S.P.P., Unione Sindacati Polizia Penitenziaria.
“La misura è colma, basta aggressioni al nostro personale, non ne possiamo più di ricevere notizie di atti di violenza e di ferimenti degli agenti di Polizia Penitenziaria” aggiunge il sindacalista, che annuncia il duplice episodio. “Ieri un detenuto, che ci riferiscono risulterebbe poco incline al rispetto delle ordinarie regole penitenziarie, ha aggredito un agente della sezione detentiva, procurandogli ferite che il Pronto Soccorso ha giudicato guaribili con 20 giorni di prognosi”. Francesco Laura aggiunge che “oggi, un altro detenuto con problemi psichiatrici, in attesa da tempo di essere assegnato presso una R.E.M.S., ossia una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza detentive, quelle strutture che, dopo la chiusura degli OPG, avrebbero dovuto ricevere i soggetti pericolosi con patologie psichiatriche e che non riescono ad ospitarli per mancanza di posti, ha brutalmente aggredito un altro agente, che si trova ora all’Ospedale Santo Spirito di Roma per le prime cure mediche”.
Il Vice Presidente della U.S.P.P. prosegue affermando che proprio ieri al Capo della Polizia Penitenziaria, nel corso di un incontro con le organizzazioni sindacali, ha personalmente ribadito l’urgenza di modificazioni legislative e operative che servono per fronteggiare l’escalation delle violenze subite dal personale del Corpo di polizia penitenziaria. Per Francesco Laura occorre che “il Governo introduca norme specifiche che stabiliscano opportune contrazioni all’accesso dei benefici previsti dall’ordinamento penitenziario e, soprattutto, è indispensabile un inasprimento delle pene detentive per chi commette reati contro il personale di Polizia Penitenziaria nell’esercizio delle sue funzioni”.
Il sindacalista della U.S.P.P., inoltre, aggiunge che “il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non può più rinviare l’emanazione di specifiche regole di ingaggio, valide su tutte le strutture penitenziarie italiane, a cui il personale deve attenersi per contrastare efficacemente il fenomeno delle violenze poste in essere dai detenuti”. “Dobbiamo avere la possibilità di usare dotazioni strumentali che ci consentano di affrontare questi eventi critici, per questo la U.S.P.P. chiede che la Polizia Penitenziaria possa utilizzare il taser, che sia dotata di dash cam per riprendere gli interventi operativi che si svolgono in queste circostanze, che si possano usare le manette per portare un detenuto fuori dalla zona di criticità, dopo averlo fermato dall’atto violento che esegue in quel momento” aggiunge Francesco Laura.
Per il Vice Presidente del sindacato U.S.P.P., altresì, “occorre rivedere il modello custodiale impostoci dall’Europa che, a giudizio della U.S.P.P., non sta funzionando, che non sembra produrre effetti positivi sulla rieducazione dei detenuti e che, invece, favorisce situazioni che li rendono protagonisti di episodi incresciosi di cui sono vittime inermi gli agenti che lavorano in prima linea nelle sezioni detentive”.
Francesco Laura conclude dicendo che “la Polizia Penitenziaria non è la polizia della tortura, ma è la polizia che prende le botte in carcere ed è per questo che la U.S.P.P. sta chiedendo a gran voce che è necessaria l’introduzione di una figura di garanzia che si occupi, per conto dello Stato, del nostro personale che è allo stremo ed è esasperato da questi accadimenti che si verificano ogni giorno su tutto il territorio nazionale”.