Caro biglietti stadio, Lega chiede intervento premier Conte

Il caro biglietti delle partite di calcio di serie A non preoccupa solo i tifosi ma arriva in Senato con la presentazione di una interrogazione parlamentare rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri a firma dei senatori della Lega Claudio BarbaroMaurizio CampariLucia BorgonzoniMarco Centinaio e William De Vecchis.

«L’aumento del prezzo dei biglietti per le partite di calcio è vertiginosamente aumentato negli ultimi anni – dichiara il sen. Barbaro – seguendo una politica dei prezzi dei Club professionistici che non tiene alcun conto della situazione economica attuale. Questo non sta facendo altro che svuotare gli stadi e provocare il malcontento dei tifosi».

Nel testo dell’interrogazione si legge «in occasione della partita contro il Napoli allo stadio “San Paolo” del 15 dicembre, i tifosi del Parma hanno deciso di disertare la trasferta a causa dei prezzi del settore ospiti: 40€ (39,50 con 0,50 di prevendita), in uno stadio che, solo un anno fa, costava esattamente la metà, 20€ (19,50 con 0.50 di prevendita). Gli stessi tifosi napoletani avevano disertato l’esordio casalingo della Juventus alla seconda giornata, il 31 agosto, a causa del prezzo delle curve fissato a 67€».

«L’Italia è l’unico Paese al mondo che eroga stabilmente soldi pubblici alla propria federazione calcistica nazionale – continua il sen. Barbaro – e questo contributo potrebbe essere utilizzato anche per calmierare il prezzo del biglietto e restituire lo stadio alle famiglie, soprattutto considerando che gli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti non sono oggi determinanti e un numero maggiore di persone presenti negli impianti garantirebbe alle società guadagni perlomeno paritari a quelli odierni ma con una cornice più importante».

In merito al problema elevato, in calce all’interrogazione i Senatori della Lega chiedono «di sapere se il Presidente del Consiglio dei ministri non ritenga necessario un intervento regolamentare, come già avvenuto in Francia nella “Ligue 1”, o almeno di farsi portatore di qualsivoglia altra soluzione, attraverso il confronto tra tifoserie e club, affinché gli stadi tornino a essere uno spazio accessibile a tutti, non un privilegio per pochi».

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Redazione

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