Sant’Anastasia. Concorsi pubblici truccati, arrestato sindaco
I finanzieri del comando provinciale di Napoli, coordinati dalla procura di Nola, hanno eseguito misure cautelari personali nei confronti di sei indagati: il sindaco di un Comune dell’area vesuviana, il segretario generale dello stesso Comune, un consigliere comunale, un imprenditore, la vincitrice di un concorso pubblico per titoli ed esami e il marito
Figura anche il sindaco di Sant’Anastasia (Napoli), Raffaele Abete, tra le sei persone destinatarie di una misura cautelare emessa dal gip di Nola su richiesta dal locale ufficio inquirente diretto dal procuratore Anna Maria Lucchetta.
Da questa mattina, negli uffici del comune, sono in corso perquisizioni da parte dei finanzieri. Nel dicembre del 2013 venne arrestato lo zio di Raffaele Abete, Carmine Esposito, allora sindaco dello stesso comune, Nei suoi confronti venne ipotizzato il reato di corruzione.
All’epoca dei fatti il nipote ricopriva la carica di presidente del Consiglio comunale.
“Questa mattina la comunità di Sant’Anastasia alle pendici del Vesuvio, viene scossa dalla notizia dell’arresto da parte delle Fiamme Gialle del proprio Sindaco Raffaele (Lello) Abete, del Consigliere comunale Pasquale Iorio, del Segretario Generale Egizio Lombardi, di un imprenditore, di una cittadina – vincitrice ad un concorso pubblico indetto dall’Ente ed il marito. Le accuse sono a vario titolo ‘Associazione per delinquere, dedita alla commissione di più delitti di corruzione e finalizzata a favorire illecitamente il superamento di concorsi pubblici’. C’è veramente molto poco di cui rallegrarsi. Non posso in alcun modo sottrarmi al diritto di cronaca ma soprattutto stigmatizzare eventi così gravi, lontana come sono dal partitismo e da logiche di potere, che non accetto e non ho mai accettato”. Così Francesca Beneduce, direttore scientifico dell’Aispis (Accademia Italiana delle Scienze Polizia investigativa e Scientifica) e presidente Osservatorio Nazionale per i diritti e la salute dei militari e delle forze dell’ordine.
“Nulla centra il garantismo, l’innocenza sino a prova contraria, esiste un fatto! Il garantismo viene mascherato dalla certezza del diritto, a causa di gestioni ambigue ancora legate ad un credito elettorale ad uno scambio elettorale. Il cittadino, in quanto tale, viene danneggiato nel suo diritto di accesso al lavoro, leso nel suo diritto fondamentale costituzionalmente garantito. La corruzione a fini elettorali, con cui si deprime il diritto del cittadino all’accesso al servizio pubblico, alla sua integrità, confondendo la morale con un interesse personale, rendendo legittimo ciò che non lo è. La logica legata a questo ragionamento non si lega solo agli eventi di questo Sindaco con tutti gli altri attori coinvolti, piuttosto, si lega ad un malcostume dilagante che risponde a logiche di clan- partitiche e di appartenenza a questo o a quello, neppure degni della Prima Repubblica, che non salva e non esclude nessuno e che coinvolge anche i moderni movimenti di protesta, con stelle e senza. Se sbagli paghi, è il merito a dover prevalere ma in un sistema in cui si esalta la partecipazione come candidato nelle liste elettorali, a fronte di una carenza di competenze per incarichi che dovrebbero garantire invece indipendenza, credo non ci sia più nella da aggiungere. Aspettiamo che la magistratura faccia il suo corso e che le accuse possano cadere, affinché anche noi umili ed ultimi cittadini possiamo salvaguardare la nostra onorabilità”.