Schiaffi a bimbi nel Varesino, sospesa maestra

Una maestra di asilo nido di Coquio Trevisago (Varese) è stata sospesa dalla professione per sei mesi dal gip con l’accusa di aver maltrattato bambini di età compresa tra pochi mesi e due anni. A segnalare la cosa, i genitori di uno di loro ha segnalato delle ambiguità alle forze dell’ordine che hanno immediatamente agito installando delle telecamere per accertarsi della situazione. Purtroppo, la conferma non è tardata ad arrivare e proprio come avevano già immaginato dai vari filmati è emersa quella triste realtà. Sono venute a galla tutte le parole negative che la maestra, non curante della sensibilità dei bambini, ha detto per chissà quanto tempo. Sono venuti alla luce tutti i suoi gesti e maltrattamenti con l’aggiunta di un ulteriore particolare tanto allarmante. Le immagini delle telecamere, infatti, hanno registrato delle scene ancor più assurde in cui protagonista era la stessa maestra in compagnia del suo compagno. I due all’interno delle mura di quella scuola, mentre nella stanza accanto c’erano bambini che rimanevano incustiditi, avevano rapporti sessuali senza avere il benché minimo rispetto e considerazione di quei piccoli. Non appena il tutto è stato chiarito, naturalmente la donna è stata sospesa dal suo incarico per sei mesi con la accusa di aver maltrattato ingiustamente dei piccoli indifesi e incapaci di difendersi da soli.

“Inammissibili le urla, insulti e schiaffi a bambini dell’asilo asilo nido, che venivano anche lasciati da soli quando piangevano. I carabinieri in seguito a un’indagine nata dalle segnalazioni di alcuni genitori dei piccoli alunni di un asilo nido del comune di Cocquio Trevisago, hanno notificato un’ordinanza di applicazione della sospensione di 6 mesi nei confronti di una maestra, emessa dal gip di Varese su richiesta della Procura”. Così Antonella Cortese, Vice Presidente Aispis( Accademia Italiana delle Scienze Polizia investigativa e Scientifica).

Questo episodio e’ la spia di un lavoro educativo inadeguato, se non addirittura patologico: educatori non ci si improvvisa, al contrario deve essere una scelta e non puo’ prescindere da capacita’ relazionali. Servono formazione e preparazione professionale. Il controllo della qualita’ educativa puo’ eventualmente avvalersi di strumenti come le telecamere, come reclama a gran voce la politica ogni volta che capitano episodi del genere, ma nella strategia di prevenzione a tutela dei minori un ruolo fondamentale lo ricoprono innanzitutto i genitori, che non devono sottovalutare i comportamenti dei propri figli: vanno ascoltati, perche’ ad esempio illoro rifiuto ad andare a scuola puo’ non essere sempre sinonimo di un capriccio”.

di Filomena Iuliano

Redazione

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