Casaluce. Reddito Cittadinanza, scatta l’obbligo di lavorare per il Comune
È stata approvata, con delibera di giunta n.2 del 08/01/2020, la convenzione tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale dei Sistemi Informativi, dell’Innovazione Tecnologica, del monitoraggio dati e della Comunicazione e il Comune di Casaluce per il trattamento dei dati nell’ambito della Piattaforma digitale per la gestione del Patto per l’Inclusione Sociale del Reddito di Cittadinanza.
Infatti, è compito dei Comuni effettuare la verifica anagrafica dei requisiti di residenza e soggiorno dei beneficiari del cosiddetto “Reddito di Cittadinanza” e attivare e gestire i Patti per l’inclusione sociale, e i progetti utili alla collettività. Il D.L. 23 gennaio 2019, n. 4 “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”, convertito in Legge, con modifiche, dalla Legge 28 marzo 2019 n. 26, individua i nuclei familiari beneficiari del Reddito di cittadinanza (R.d.C.).L’erogazione del beneficio è condizionato alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, nonché ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale secondo le modalità e i requisiti indicati, ai fini della realizzazione dei c.d. “Patto per il lavoro” e “Patto per l’inclusione sociale”.
“Con la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, ha preso il via ufficialmente la seconda fase del reddito di cittadinanza. Da ora in poi, i beneficiari del reddito di cittadinanza sono tenuti a svolgere lavori di pubblica utilità all’interno dei progetti utili alla collettività (PUC) sulla base di quanto stabilito non solo da decreto 4/2019, ma anche dal decreto attuativo pubblicato l’8 gennaio 2020 sulla Gazzetta Ufficiale dopo un accordo tra ministero del Lavoro e Comuni – così in una nota Maddalena Zaccariello ed Antonio Tatone rispettivamente assessore Politiche Sociali e sindaco di Casaluce -. Il percettore del reddito di cittadinanza è obbligato a prendere parte ai progetti di pubblica utilità promossi dal comune di residenza. Così potremo tamponare la carenza dell’organico comunale, soprattutto nel settore manutentivo”.
L’art. 6 del citato D.L. 4/2019 istituisce, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Sistema Informativo del Reddito di cittadinanza (SIRDC), nell’ambito del quale opera, oltre a quella presso l’ANPAL per il coordinamento dei Centri per l’impiego, anche apposita piattaforma digitale dedicata al coordinamento dei Comuni, in forma singola o associata, al fine di consentire l’attivazione e la gestione dei Patti per l’inclusione sociale, assicurando il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni, nonché per finalità di analisi, monitoraggio, valutazione e controllo del programma Rdc.
L’attivazione e la gestione dei Patti per l’inclusione sociale mediante piattaforma digitale compete ai Comuni, alle cui attività, strumentali al soddisfacimento dei livelli essenziali delle prestazioni di cui all’art. 4 comma 14, del D.L. 4/2019, si provvede mediante l’utilizzo delle risorse disponibili della quota del Fondo per la lotta alla povertà ed all’esclusione sociale, di cui all’articolo 1, comma 386, della legge 28 dicembre 2015 n. 208, destinata al rafforzamento degli interventi e dei servizi sociali ai sensi dell’articolo 7 del D. Lgs. 147/2017, con il concorso delle risorse afferenti al Programma operativo nazionale Inclusione.
È, quindi, compito dei Comuni effettuare la verifica anagrafica dei requisiti di residenza e soggiorno dei beneficiari, ai sensi dell’articolo 5, comma 4, del D.L. 4/2019, e attivare e gestire i Patti per l’inclusione sociale, previa valutazione multidimensionale dei bisogni dei beneficiari, e i progetti utili alla collettività ai sensi dell’art. 4 del medesimo decreto.