Trentola Ducenta. Maria Marfuggi e la storia della sua bottega

La sua bottega è un vero e proprio salone da favola, culla di storia e di cultura, storia non scritta che si tramanda da generazioni come una staffetta. In postazione da sempre c’è lei, Maria mastro Andrea, al secolo Maria Marfuggi classe 1933. La sua bottega intatta, da più di tre quarti di secolo, al vecchio confine tra Ducenta e Trentola, al lato opposto della strada la chiesa della Nunziatella.

Maria alla soglia dei novantanni è lì al suo posto da sempre senza occhiali, ne ausili acustici, con i ferri del mestieri ago e cotone, ad accogliere e accontentare tutti. Nel tempo ha cucito su misure, abiti da spose, corredi e corredini per bambini, tra trasmesso il suo mestiere a tante ragazze, oggi tutte bravissime sarte, tra le quali Cocchina Natale, che quasi quotidianamente passa a salutare la sua maesta di un tempo Maria mastro Andrea, che afferma: “Ogni abito ha un suo fascino, una sua eleganza, ma da me non si sfoggiano abiti di stoffa costosa, qualità uguale per tutti, dalla bottega non si usciva e non si esce esaltando differenze, quando il sole sorge la mattina lo fa per tutti, niente differenze di classe, o disparità”.

Sono ancora tanti quelli che entrano magari solo per salutare Maria e sostare nella sua bottega, dove continua a regnare e rivivere la semplicità di tempo, e perché no, ascoltare da Maria, racconti e fatti di un tempo, tra i quali il sacramento del battesimo al nascituro: “il parto avveniva in casa, con l’assitenza della semplice levatrice, dopo qualche giorno, in genere la domenica successiva, il nascituro/o, ancora in fascia veniva portato alla fonte battesimale dall’ostetrica, insieme al padrino/madrina e al padre. Si formava così un corteo sempre più folto. Dopo il battesimo, il rientro in corteo mentre le campane suonavano a festa, giunti a casa, il padre del bambino si portava al posto più alto dell abitazione e lanciava alla folla monete e dolici, qualcuno per accaparrarsi una quota più corposa, si armava di ombrello aperto al contrario”.

Conclude tra le risate Maria, che esprime un suo desiderio: “Ho nostalgia dei giorni che precedevano le feste natalizie e pasquali, quando tutti i bambini, preparavano la letterina piena di affetto, da mettere sotto il piatto e leggerla ai genitori. Bambini che venivano a comprare nella mia bottega le letterine , in anteprima emozionati mi leggevano i loro messaggi di auguri ai genitori ed anche le promesse, io li abbracciavo, e…..gli regalavo la letterina”.

Generosi gesti fatti di semplicità e affetti. Maria Mastro Andrea, oggi alla soglia dei novant anni, distribuisce ancora arte e ricordi e si sa, una vita senza ricordi è come un albero senza radici.

di Franco Musto

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