Coronavirus, Rostan: “Bene decreto Governo, no adattacchi a operato ospedali”
“Non siamo la nazione più contagiata ma la nazione che fa più controlli e quindi protegge di più i suoi cittadini. Chi espone in queste ore la surreale classifica dei paesi nel mondo con più contagiati, e vede l’Italia al terzo posto, deve avere l’onestà intellettuale di dire come stanno davvero le cose. l’Italia non è il paese che ha perso il controllo del virus e che sta contagiando la sua popolazione. Ma è il Paese che mette a disposizione dei suoi cittadini gli strumenti più efficienti e diffusi per individuare la presenza del virus e garantire cure tempestive, che sono fondamentali per la guarigione. Abbiamo effettuato oltre seimila tamponi e i dati sono in continuo aggiornamento. La Francia ne ha fatti 400 e infatti ha un decimo dei nostri contagiati. Bene ha fatto il governo a dare subito un segno di presenza concreta sul diffondersi del Covid-19 sul territorio nazionale con un decreto legge. Bene ha fatto a rappresentare subito e con fermezza l’immagine di una istituzione pronta, che sa cosa fare e sa come farlo. Quindi siamo qui a fare la nostra parte a sostegno di questo decreto che è arrivato con grande tempestività e ha fissato punti importanti da cui partire”. Queste le parole di Michela Rostan, vicepresidente della Commissiona Affari sociali della Camera, nel corso dell’intervento in Aula sul tema del coronavirus.
“Diciamo no alle polemiche e diciamo sì alla collaborazione e alla cooperazione – prosegue la deputata di Italia Viva – No alle polemiche significa anche no agli attacchi agli ospedali italiani, al personale medico, al personale infermieristico, a tutto il personale sanitario, che sta lavorando con abnegazione, rigore, serietà, rischiando in prima persona, a volte facendolo anche in condizioni non ottimali. Dobbiamo essere grati alla nostra sanità, al nostro servizio sanitario nazionale, ai nostri lavoratori della sanità. Come i vigili del fuoco nelle catastrofi, oggi il personale medico e sanitario è l’avamposto di un senso del dovere che va oltre il loro stesso lavoro, diventa missione civica”.
“In Italia – conclude Rostan – si è un po’ pericolosamente giocato in questi anni con quello che definirei populismo scientifico. Ci siamo ubriacati, in questi anni, della cosiddetta informazione dal basso, quella diffusa; abbiamo esaltato la disintermediazione, pensando che ognuno potesse fare da sé. Vediamo, in queste fasi di allarme sociale, quanto invece è importante attingere notizie da fonti documentate, certe, riscontrate, ancorate a un dovere deontologico. Niente improvvisazioni, quindi, niente ciarlatani, ma competenza, conoscenza, professionalità. In questo momento ci accorgiamo di quanto ne abbiamo bisogno. Approfittiamo di questa difficoltà per imparare, crescere, diventare un paese migliore”.