Coronavirus, bonus spesa: Comuni invitano cittadini ‘a non recarsi presso gli uffici comunali’
Con la firma dell’ordinanza da parte del capo della Protezione civile Angelo Borrelli che stanzia 400 milioni ai Comuni per distribuire aiuti alimentari a chi ne ha bisogno, è partito il tam tam di informazioni da parte dei cittadini per richiedere tale bonus.
Il testo finale conferma che il contributo per ciascun comune non possa essere inferiore a 600 euro. L’80% del totale, 320 milioni, viene ripartito tra le amministrazioni in base alla popolazione, mentre il 20%, 80 milioni, viene distribuito in base alla differenza tra il reddito pro capite e il reddito medio nazionale. I Comuni possono distribuire i 400 milioni stanziati dal governo per l’acquisto di buoni spesa – prevede l’ordinanza – utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari o per comprare e distribuire direttamente generi alimentari e prodotti di prima necessità. Nel testo non viene specificato l’importo dei buoni spesa. L’ufficio dei servizi sociali di ciascun Comune individua la platea dei beneficiari: viene data priorità a chi non sia già destinatario di altro sostegno pubblico (come il reddito di cittadinanza). Mentre per l’acquisto e la distribuzione dei beni ci si può avvalere di enti del terzo settore. O Comuni possono anche destinare all’acquisto di generi alimentari i fondi derivanti da eventuali donazioni, che possono confluire su conti correnti bancari appositamente aperti.
Molte amministrazioni, già da ieri, stanno comunicando a mezzo social che sarà loro premura informare i propri cittadini quali saranno le modalità per richiedere il buono spesa invitandoli a non presentarsi presso gli uffici comunali e a rispettare quelle che sono le norme restrittive in ordine alle misure del distanziamento sociale previste dai decreti nazionali e regionali.