Coronavirus, tensostruttura ancora chiusa all’ospedale di Caserta

Una nuova settimana è iniziata all’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano per dipendenti e utenti, con tutte le difficoltà di un periodo molto intenso la cui gestione anche da parte dell’amministrazione è di certo estremamente difficile. E così in ogni struttura sanitaria del territorio.

Nonostante si provi a seguire le giuste e dovute procedure di sicurezza ci si scontra contro fattori oggettivi che ne impediscono l’ adempimento. Stiamo parlando per esempio della tensostruttura montata all’esterno dell’ospedale civile per facilitare le operazioni di Triage e smaltire la folla in pronto soccorso e che è tuttora chiusa: non c’è personale che possa essere impiegato al suo interno. Incredibile ma vero.

E la CISL FP di Caserta con la Ust Cisl ancora una volta richiama l’attenzione del Commissario ad un tavolo di confronto con i sindacati per la tutela e la sicurezza dei lavoratori: “È assolutamente necessario valutare provvedimenti e soluzioni utili a tutelare la sicurezza e la salute di tutto il personale – il commento di Franco Della Rocca e Nicola Cristiani, Segretario Generale Cisl Fp Caserta e Segretario Provinciale Ust Cisl con delega alla Sanità – sia quello di ruolo che precario, sia quello esternalizzato con gli ausiliari di pulizia e gli Oss della cooperativa inerente l’ASL, si tratta di lavoratori che sono in accettazione al pronto soccorso e devono comunque garantire l’assistenza nei modi giusti, con tutti i dispositivi di legge previsti per la sicurezza. È chiaro che nel momento in cui la tensostruttura è stata montata, le procedure avviate ma non c’è il personale e la tenda è ancora chiusa, si corre il rischio elevato di non tenere in sicurezza gli operatori di pronto soccorso. Insomma, la macchina è partita ma non è ancora efficiente, dobbiamo verificare che vengano ottemperate tutte le procedure. La Cisl e la Funzione Pubblica in una nota congiunta hanno già chiesto alle Direzioni Generali delle aziende sanitarie di potenziare gli organici in tutti I pronto soccorso del territorio casertano mettendo in atto tutte le procedure emanate dal Ministero della Sanità”.

Ma non è l’unico rischio, esistono altre condizioni che a quanto pare non sono state adeguatamente organizzate.

“Penso che la delibera che delinea l’identificazione e la gestione dei casi sospetti – precisa uno degli operatori sanitari intervistati – non consideri un fattore importante, vale a dire il lavoratore in turno che accoglie l’eventuale caso certificato dalla consulenza dello specialista ed isolato in attesa di tampone. Sarebbe opportuno considerare che tale lavoratore in turno non debba smontare in attesa dell’esito del tampone, invece continuiamo a sottovalutare il fenomeno”.


Ciarambino: “Tende triage chiuse, casi sospetti a contatto con altri pazienti”

La responsabile nazionale sanità: “Persone con sintomi da Covid-19 costretti ad accedere direttamente ai Pronto soccorso”

“E’ assolutamente inspiegabile che ad oggi, in una situazione di assoluta emergenza e con casi di contagio da Covid-19 in aumento di giorno in giorno in Campania, non si riesca a rendere ancora operativi i pretriage allestiti in molti dei principali nosocomi della Campania. Nelle scorse ore una ragazza di Pomigliano d’Arco, con febbre alta e segni evidenti di insufficienza respiratoria, si è presentata all’Ospedale del Mare dove è stata assistita direttamente al Pronto soccorso, in quanto la tendostruttura che dovrebbe fare da filtro per casi del genere non è ancora operativa, sebbene montata e attrezzata da una settimana. Una vicenda simile viene segnalato anche all’ospedale di Lioni, nell’Avellinese, dove un caso sospetto è entrato in contatto con pazienti e operatori del Pronto soccorso perché la tenda di prefiltraggio non è ancora attiva”.  Lo denuncia la capogruppo regionale M5S e responsabile nazionale sanità Valeria Ciarambino.

“Presenteremo in queste ore – annuncia Ciarambino – una richiesta urgente per essere informati sui tempi di attivazione dei pretriage e per conoscere quali misure e quali percorsi sono stati messi in campo per arginare il rischio che pazienti infetti possano accedere ai Pronto soccorso in assenza di pretriage e quali sono i tempi per rendere operative tutte le tende di prefiltraggio. Abbiamo il dovere di tutelare i nostri cittadini al pari degli operatori sanitari che, come soldati in prima linea, si impegnano per garantire il diritto alla salute di tutti”.


CORONAVIRUS, FICCO (SAUES): TENSOSTRUTTURA CASERTA CHIUSA? NESSUNA MERAVIGLIA

“Nessuna meraviglia se la tensostruttura dedicata al triage dei pazienti con sospetta infezione da coronavirus dell’ospedale di Caserta, così come altrove, non sia stata ancora attivata. Semmai siamo meravigliati dal fatto che i medici di emergenza territoriale riescano ancora reggere”. Lo afferma il presidente nazionale del Sues il sindacato autonomo di urgenza emergenza Paolo Ficco.

“Sono anni che denunciamo la gravissima carenza di personale, sono anni che invochiamo misure adeguate a scongiurare turni massacranti, rischi per l’incolumità dei medici e la fuga degli stessi verso altri servizi”, ricorda Ficco.

“Se oggi il tema è quello di dover negare gli incentivi o le indennità aggiuntive a chi opera sulle emergenze perché c’è chi teme che una coperta troppo corta possa lasciar scoperti alcuni, non ci si meravigli poi se quella tenda abbia ancora la cerniera lampo abbassata o se i medici oggi impegnati in prima linea non vedano l’ora di potersi trasferire in altri servizi”, sottolinea Ficco. “La domanda è: vogliamo scongiurarne la fuga? Mi appello al ministro della Salute, agli assessori regionali alla sanità e ai direttori delle Asl e delle aziende ospedaliere: gli si riconoscano i diritti, si trovino le risorse per garantirgli l’indennità aggiuntiva”, conclude Ficco.

Redazione

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