Salerno. Stop colloqui, rivolta in carcere

Si stanno vivendo momenti di tensione nel carcere di Salerno-Fuorni a causa di una rivolta inscenata da un centinaio di detenuti. Dalle prime informazioni pare che ci siano danni in un piano della struttura. La protesta sarebbe scoppiata dopo l’annunciata sospensione dei colloqui per l’allerta Coronavirus. Gli agenti della polizia penitenziaria, guidati dal comandante Gianluigi Lancellotta, stanno tentando di domare la rivolta. Sul posto anche il questore di Salerno e il comandante provinciale dei carabinieri.

(ANSA)


“In queste ore stiamo assistendo all’ennesima manifestazione di panico che il virus Covid19 sta creando all’interno dei penitenziari Italiani, momenti di tensione nel carcere di Salerno-Fuorni a causa di una rivolta posta in essere da circa duecento detenuti, pare che ci siano ingenti danni in un piano della struttura, gli stessi al momento si sono recati sul tetto del Penitenziario ed è in atto da ore una trattative per il rispristino dell’ordine e la messa in sicurezza dell’istituto Salernitano. La protesta, se pur prevedibile è scaturita dalla sospensione dei colloqui per fronteggiare il rischio pandemia da Coronavirus. Siamo vicini al personale di Polizia Penitenziaria e siamo certi che la loro professionalità farà cessare a breve l’evento critico”. A darne notizia è Giuseppe Di Carlo, Segretario Generale della Federazione Sindacati Autonomi – Coordinamento Nazionale Polizia Penitenziaria.

“Siamo pronti a richiedere un tavolo di contrattazione urgente al Ministro Bonafede e al Presidente Basentini per portare il nostro contributo nel momento più difficile degli ultimi 40 anni, ricordo ancora il virus influenzale del luglio 1968 nato ad Hong Kong, che impiego 18 mesi per arrivare in Italia causando innumerevoli morti. Siamo sicuri, – conclude Di Carlo – che l’Amministrazione troverà la giusta sinergia con le O.O.S.S. per tutelare il personale operante nelle strutture detentive”.


Coronavirus. Protesta detenuti a Salerno. Antigone: “necessario varare provvedimenti ad hoc, stanno crescendo paura e agitazione”

“Sta crescendo la preoccupazione tra i detenuti e i famigliari degli stessi. Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto decine di chiamate e e-mail da parenti di reclusi. Ci si rende conto che se il coronavirus arrivasse a contagiare qualche detenuto potrebbe in breve tempo diventare un problema enorme e difficilmente gestibile. Di fronte a restrizioni di ogni forma di comunicazione con i famigliari e con l’esterno, come avevano purtroppo previsto, stanno dunque aumentando le tensioni. Ai detenuti va spiegato quello che sta accadendo affinché possano anche loro esserne pienamente consapevoli”. Queste le dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.

“Quando siamo arrivati a Salerno – commenta Luigi Romano, presidente di Antigone Campania – abbiamo trovato il carcere presidiato dalle forze dell’ordine con anche il Questore sul posto, mentre all’interno stavano operando i reparti antisommossa della celere e dei carabinieri. La rivolta si è scatenata nel padiglione dei comuni, dopo che i detenuti hanno appreso dal tg nazionale la notizia delle restrizioni prevista nei nuovi decreti per i colloqui. Il reparto è stato messo a soqquadro e alcuni detenuti sono saliti sul tetto. Fuori dal carcere – conclude Romano – abbiamo parlato con i detenuti in semilibertà preoccupati per le restrizioni che i decreti farebbero ricadere anche su di loro e sugli articoli 21 (i detenuti che svolgono lavori all’esterno)”.

“Anche se non si può giustificare il ricorso alla violenza, la paura dei detenuti va compresa. Per questo non devono esserci ritorsioni verso coloro che sono stati coinvolti nella protesta. Ci appelliamo ancora una volta al governo affinché vari misure d’urgenza per rispondere a questa situazione: portare le telefonate a 20 minuti al giorno, anziché gli attuali 10 minuti a settimana, e favorire la concessione di provvedimenti di detenzione domiciliare e affidamento per tutti coloro che sono a fine pena e hanno fatto un positivo percorso penitenziario” conclude Gonnella.

Redazione

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