Al via fact checking di Whatsapp su coronavirus

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, relatore il Commissario Antonio Nicita, ha inserito all’interno del monitoraggio delle iniziative di auto-regolamentazione delle piattaforme on-linevolte a contrastare la disinformazione sulle tematiche Covid-19, un progetto proposto da Facebook, basato sulla sperimentazione di un nuovo servizio di fact-checking su WhatsApp relativo a notizie e informazioni riguardanti il nuovo coronavirus. Il progetto, presentato al Tavolo permanente Agcom “Piattaforme Digitali e Big Data”, si basa su un autonomo accordo tra Facebook e un fact-checkerindipendente, selezionato dalla piattaforma e già partner del Facebook Third-Party Fact-Checking Programe membro dell’International Fact Checking Networkdi Poynter.

Il Fact-checkerselezionato da Facebook è ‘Pagella Politica’, che opererà attraverso un progetto ad hoc denominato ‘Facta’.Dotato di un profilo WhatsApp e di una numerazione dedicata (+393456022504), Pagella politica/Facta riceverà le segnalazioni da parte di quegli utenti della piattaforma che vorranno sottoporre contenuti alla verifica di autenticità, assumendosi la responsabilità sulla valutazione del contenutoe sui criteri adottati a tal fine.In sostanza unutente che riceve un’informazione o uncontenuto dedicatoalla tematica Covid-19 potrà inoltrarlo per una verifica al numero WhatsApp dedicato: il fact checkerinvierà una notifica all’utente che ha trasmessola richiesta e, in caso si trattidi una notizia falsa, pubblicherà il risultato dell’analisi sul sito web. Facta, inoltre, aggiornerà costantementela piattaforma WhatsApp sulleinformazioniverificate sul Covid-19 e, agli utenti che lo richiederanno, invierà unmessaggio sulresoconto giornaliero delle analisi effettuate e pubblicate sul sito.

L’Autorità, nell’esprimere apprezzamento per la sperimentazione annunciata, in ragione della circostanza che servizi di messaggistica quali WhatsApp sono stati recentemente veicoli di disinformazione sul tema coronavirus, si riserva il monitoraggio dell’attività per gli aspetti di propria competenza, ivi inclusi quellirelativi all’utilizzo dei dati e all’efficacia della misura nel contrastare la disinformazione. Secondo Agcom, questo progetto pilota, compatibilmente con le prescrizioni del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), potrebbe rappresentare una best practicein quanto l’iniziativa sull’approfondimento della veridicità di una notizia o di un contenuto, avviene in modalità volontaria e rispettosa delle garanzie di libertà di accesso alle informazioni e ai contenuti da parte degli utenti.

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Redazione

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