Anpal, le spese folli dell’amico di Di Maio

Il rischio che prima o poi qualcuno potesse fare un uso distorto del rivoluzionario annuncio di Luigi Di Maio sull’abolizione della povertà, lo si era avvertito da subito.Mai a pensare,però, che addirittura potesse esservi chi si sarebbe spinto fino a convertirlo in un inno alla ricchezza e alla gioia… personale.

Eppure è capitato. Ironia della sorte, l’artefice di una così ardita trasformazione risponde al nome di Mimmo Parisi: il guru pescato Oltreoceano dai grillini ed arruolato per dare una definitiva spallata alla piaga dell’indigenza. Missione decisamente ostica, nella quale fior di politici,dagli albori della civiltà ad oggi, si sono ostinatamente cimentati senza risultato. Ma ritenuta evidentemente non impossibile dai grillini. I quali, in forza della loro proverbiale autostima, quando si applicano, si sa, possono essere davvero capaci di tutto. Figurarsi quindi se il coefficiente di difficoltà dell’ impresa poteva mai spaventarli: che sarebbe stato mai decretare la fine di qualche milionata di poveri? E così,dal Mississippi, nella cui Università sembrerebbe avere la titolarità di una cattedra di prestigio, Parisi è sbarcato in Italia con il mandato pieno di attuare la sua ricetta per arrivare al sospirato “zeropoveri”. Qualcosa però non deve aver funzionato.Perché l’ eminente cattedradico, non solo non è riuscito ad assicurare i risultati per i quali è stato ingaggiato.Ma addirittura ha reso praticamente inutile la creatura che Di Maio e company gli avevano liberato, al fine di agevolare l’attuazione pratica della sua ricetta: l’Anpal.Che però, scherzo del destino, si è rivelata utilissima per dilatare fino all’eccesso il trionfo dell’opulenza e dell’agiatezza, delle spese folli e degli indennizzi di casta. Cioè tutto quello cui i grillini, a parole, hanno dichiarato guerra.Un incidente di percorso spiazzante, reso ancora più disdicevole dall’ aggravante che vede protagonista delle summenzionate derive proprio il Prof. Parisi. Da qui, il silenzio imbarazzato del comico di Genova e della sua pattuglia di miracolati. A Parisi il conto arriiverà dal Ministero del Lavoro che, incalzato dagli atti ispettivi, ha avviato una indagine interna che già rivela aspetti inquietanti. L’iniziativa più severa per fare luce sulle opache alchimie del Professore amico di Luigi Di Maio è rappresentata da una interrogazione parlamentare del Partito Democratico. Nella quale si legge, tra l’altro, che il docente della Mississippi State University (Msu)  nei 12 mesi trascorsi dalla sua nomina, anche in qualità di presidente di Anpal Servizi, avrebbe speso circa 71mila euro per voli in business class fra lItalia e gli Stati Uniti, nonché, in virtù di recenti modifiche ai regolamenti aziendali, 55mila euro per noleggio con conducente e 32.400 euro di affitto per una casa nel centro di Roma. Per un totale di rimborsi ottenuti di poco meno di160.000 euro in meno di un anno. Ed ancora il presidente di Anpal avrebbe violato gli obblighi di legge sull’incompatibilità di carica, le norme in materia di spending review e soprattutto avrebbe nuociuto all’immagine delle politiche attive del lavoro, mettendo a rischio anche la fase due del reddito di cittadinanza. L’intervento del ministro su Parisi, si legge ancora, non può essere blando, occorre immediata chiarezza sul suo comportamento.  Povero Di Maio, costretto a fare i conti anche con l’eterogenesi dei fini.

M.D.L.

Redazione

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