Aversa. Caso giunta, De Rosa: “Sindaco Golia ha il dovere politico di chiarire su dimissioni e revoche”

“Con le nuove nomine di tre assessori il Sindaco coopta direttamente in amministrazione rappresentanti del centrodestra e di quel blocco politico e sociale che ha devastato la città negli ultimi 20 anni. Queste nomine seguono la riconferma in blocco voluta dal Sindaco di tutti i dirigenti comunali che da 20 anni sono i co-protagonisti dello sfascio amministrativo.
Le nomine sono la conseguenza diretta delle dimissioni di poche settimane fa del vicesindaco per dissenso politico e del più recente defenestramento improvviso dell’assessore al bilancio. Tutti assessori che il Sindaco stesso un anno fa aveva scelto, in completa autonomia, come più volte dichiarato e rivendicato. Il Sindaco ha il dovere politico di dire la verità, la sua verità, su queste dimissioni e revoche, non può continuare a tacere”. Così l’esponente del Partito Comunista Italiano ad Aversa, Luca De Rosa.

“A dicembre, inoltre, il Sindaco aveva trasformato nel PUC il “consumo suolo zero” in una mera “riduzione di consumo di suolo”. Il Sindaco tradisce così a solo un anno dall’elezione i pilastri principali di quel progetto politico che aveva presentato alla città e tradisce i cittadini che lo avevano per questo votato in modo plebiscitario. Tocca rilevare con amarezza che la città continua a non riuscire ad esprimere una propria classe dirigente autonoma ed all’altezza, lasciandosi di volta in una volta colonizzare da personaggi che vengono o da Teverola o da Sant’Antimo. Penso che quel progetto, quel programma dell’”Io ci credo” era ed è il programma giusto per Aversa e come me lo pensa la maggioranza dei cittadini di questa città. Temo però che nei prossimi mesi assisteremo ad una penosa agonia di questa sindacatura. Invito pertanto tutte le persone che condividono le mie parole ad avanzarsi nel pubblico dibattito, a far sentire forte la propria voce, a fare quell’operazione necessaria di pubblica verità. Nel silenzio vincerebbe quella solita palude, oserei dire ahinoi quasi antropologica, che è riuscita a risucchiare anche questa esperienza. Quel progetto di cambiamento c’è ancora, ci sarà ancora.  Il vento non si ferma e occorre che in tanti scelgano di non chiudere le vele”.

Redazione

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