Coronavirus, Moretta: “Edilizia e trasporti determinanti per la Fase 2”

“Bisogna porre sul tavolo di concertazione, in previsione della Fase 2 dell’emergenza coronavirus e della riapertura delle attività produttive, il tema importantissimo della ripartenza di due settori fondamentali che tradizionalmente risultano essere fonte di ricchezza indispensabile per la nostra economia: edilizia e trasporti. Si tratta di due asset strategici che devono essere messi in grado di accompagnare il processo della ripartenza del Paese a partire dallo sblocco dei cantieri e dalla ripresa delle attività lavorative ad essi collegate”. E’ l’appello lanciato da Vincenzo Moretta, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e revisori contabili di Napoli, nel corso del webinar “Gli impatti economici del Covid19 sui settori dell’edilizia, dei trasporti e dei lavori pubblici” promosso dall’Unione dei Giovani commercialisti di Napoli in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri di Napoli.

“L’emergenza ha colpito duramente l’intero mondo delle costruzioni e dei professionisti legati a questo settore – ha dichiarato Edoardo Cosenza presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli – ma se guardiamo con attenzione al fenomeno ne possiamo cogliere gli aspetti negativi, perché subentra in un mondo già in crisi da diverso tempo, ma anche quelli positivi perché possono nascere nuove opportunità. Possono emergere nuove figure di lavoro, può essere possibile eliminare il sistema della burocrazia italiana che incombe nel mondo delle costruzioni e aprire a premialità degli studi più capaci”.

L’incontro è stato moderato da Maria Caputo, presidente dell’Unione dei giovani dottori commercialisti di Napoli che ha sottolineato come “il tema dello sblocco della liquidità sia centrale proprio nei comparti dove è più presente la necessità di riprendere la circolazione delle risorse finanziarie.  Spesso troviamo ostacoli tra le varie procedure burocratiche e giudiziarie. Anche nei rapporti con le banche sarebbe opportuno seguire direttive che mettano in condizione i professionisti di operare con maggiore velocità ed efficaci sanitaria del coronavirus. Lo stiamo dicendo da tempo. Gli imprenditori si troveranno in presenza di grandi cambiamenti e anche le pubbliche amministrazioni dovranno farsi trovare pronte, così come stiamo facendo noi in questo periodo”.

Degli impatti del Covid19 sul settore dei trasporti ha parlato Umberto De Gregorio, presidente di EAV: “Il virus ha trasformato le economie delle aziende di trasporto. Eav in particolare ha anche numerosi cantieri aperti. La crisi aprirà tante nuove opportunità. Per noi, ad esempio, lo smart working  e anche le teleconferenze si sono dimostrate molto utili e proseguiremo su questa strada. Ho la sensazione però che tutti vogliamo scaricare sullo Stato il debito. Nessuno ha messo in campo azioni che prevedano sacrifici, neanche chi li potrebbe sostenere. Il rischio è che ci troveremo con Stato indebitato fino all’osso senza aver risolto alcun problema”.

La consigliera regionale Vincenza Amato ha evidenziato due aspetti dell’emergenza: “La crisi sanitaria era sconosciuta ed è giunta improvvisamente. Conosciamo invece tutte le storture del nostro sistema in particolare quello burocratico. Dobbiamo cogliere questa occasione per affrontare questi nodi.  Dobbiamo avere pubblica amministrazione più efficiente. Abbiamo dimostrato di essere all’altezza di questa grave crisi anche grazie al grandissimo senso di responsabilità imprenditoriale al quale abbiamo chiesto tanti sacrifici e abbiamo trovato la giusta collaborazione. Con lo stesso spirito dobbiamo continuare a lavorare insieme per ripartire”.

Secondo Claudio Turi, consigliere partenopeo dell’Unione dei giovani dottori commercialisti: “ I commercialisti sono in prima linea nell’affrontare emergenza coronavirus e vediamo le difficoltà che stanno vivendo aziende e lavoratori. Le misure che favoriscono l’accesso al credito non sono così veloci come le avevano presentate. Sbloccare la liquidità per le imprese e stimolare la domanda sono le priorità in questo momento”.

L’impatto nel settore delle costruzioni è stato analizzato da Federica Brancaccio, presidente dell’ACEN: “E’ stato uno shock per tutti. Da una crisi così violenta e improvvisa possono però nascere occasioni per accelerare il cambiamento che era già necessario ante crisi. Siamo arrivati in forte ritardo già sull’ordinario. Ci siamo accorti di una pubblica amministrazione impreparata all’innovazione e ai processi tecnologici di snellimento. Le aziende hanno invece risposto bene sperimentando lo “smart working” e diverse innovazioni digitali. Aspettiamo che l’amministrazione pubblica faccia altrettanto”.

Vittorio Piccolo, consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli ha aggiunto: “Il comparto dell’edilizia ha sofferto molto sia direttamente con le aziende di settore che con i tecnici professionisti. Una delle principali problematiche è l’impossibilità di pianificare le attività, e questo crea profondo disagio.  Tuttavia si registrano anche elementi positivi come il protocollo anti-contagio dell’edilizia frutto di un egregio lavoro dei corpi intermedi. Sono soddisfatto della direzione intrapresa in questo senso. Si inizia a intravedere un percorso che mette il professionista al centro delle attività di controllo e del monitoraggio delle attività”.

Per Vittorio Ciotola (presidente dei giovani imprenditori di Napoli) e Umberto Vitiello (numero uno del gruppo Giovani ACEN) è importante confrontarsi tra professionisti e istituzioni per far emergere nuove proposte che siano in grado di individuare il percorso per la ripartenza dell’economia in tre settori colpiti duramente dall’emergenza Covid19 come quello dei trasporti, dell’edilizia e dei lavori pubblici.  La speranza è di essere ascoltati dalle istituzioni”.

Ha concluso i lavori l’intervento del senatore Agostino Santillo, relatore del decreto legge ‘Sbloccacantieri’: “Stiamo uscendo dall’emergenza per proiettarci in una nuova fase che deve prevedere la rivalutazione del ruolo dei professionisti. A partire dallo sblocco dei cantieri, che per i soli lavori pubblici possono rappresentare il 50% del Pil. La misura più importante è quella contemplata dall’aiuto europeo che dovremo sfruttare al meglio. Stiamo andando verso misure che sposteranno oltre 70 miliardi di euro nel nostro Paese. Dobbiamo trovare il miglior modo possibile di gestirli”.

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