Cosa fa Pierino De Luca a Roma?
Negli anni passati, e fino a qualche mese fa, il presidente De Luca non è stato mai tenero con quella che definiva categoria dei nullafacenti sbarcati in politica. Ne sanno qualcosa, tra gli altri, Luigi Di Maio e Matteo Salvini: a torto o a ragione, annoverabili tra i suoi bersagli preferiti.
Da un po’ di tempo però lo Sceriffo ha messo in naftalina questo argomento, che pure rappresentava un pezzo forte del suo arsenale. Sulle prime, la decisione di riporre nel fodero una delle sue armi più affilate, sembrerebbe non trovare altra spiegazione, se non quella dettata dalla distraente temperie emergenziale imposta dal maledettissimo virus. Ma così non è.Una più attenta riflessione, offre infatti una diversa chiave di lettura, che restituisce il dato che vede il governatore essersi impantanato nella palude di un clamoroso conflitto d’interesse. Una condizione che gli ha evidentemente suggerito di spostare prudenzialmente il teatro dello scontro campale, a lui tanto caro, su terreni meno insidiosi. E cosi proteggere ulteriormente il suo già ben schermito tallone d’Achille, che ha il volto e la mollezza intellettuale di suo figlio Piero, per gli amici Pierino.
Si dà infatti il caso che il rampollo di famiglia, catapultato in politica con tanto di elezione sicura nel collegio blindato di Caserta, sia un parlamentare della Reppublica, espressione del Partito Democratico, lo stesso del Papà. E che sia altresì schierato a sostegno di quel governo giallorosso, alla cui nascita, nelle afose giornate dello scorso agosto, ha contribuito con slancio appassionato. Il medesimo governo, è appena il caso di ricordarlo , che il numero uno di palazzo Santa Lucia, ha in questi giorni più volte attaccato frontalmente, senza peraltro essere risparmiato dal fuoco di fila del contrattacco. Emblematico il duello consumatosi nelle ultime ore col ministro Provenzano (PD). Il titolare del dicastero per il Sud ha certificato,nero su bianco, il fallimento della regione Campania a guida De Luca, sollevando anche il caso del miliardo e mezzo di risorse ad essa destinate e,non solo non spese, ma neppure programmate: altro che efficienza! Sorprende, tuttavia, che di tutto questo, come di tanto altro in verità, il diletto Piero, non si sia nemmeno accorto. Nè che il Papà abbia provveduto a scuoterlo con un cenno. Anzi verrebbe da ipotizzare l’esatto contrario. E cioè che sia stato proprio l’illustre genitore, in un sussulto di amore paterno,a raccomandare al figliuolo di evitare incursioni su versanti accidentati: meglio stare alla larga dalla battaglia. Ed in ogni caso a distanza di sicurezza dalla gittata delle polemiche. Molto più opportuno, sarà stato il ragionamento, che Piero se ne stia al riparo nelle ovattate stanze della Camera, libero e tranquillo di proseguire quelle vacanze romane a spese degli italiani e dei campani che durano ormai dal marzo 2018, data di approdo a Montecitorio. Sembra di sentirlo papà De Luca parafrasare De André ed urlare che questa non è la guerra di Piero! E poco male se in Campania le cose non vanno come dovrebbero. Con le mascherine che ancora mancano, le ambulanze inchiodate ai nastri di partenza perché gli operatori hanno paura di lavorare privi di presidi di sicurezza; se nel Sannio gli ospedali sono una chimera. Se a Pozzuoli, come a Napoli nord, si fanno guai inenarrabili attribuendo colpe a chi non ne ha. Se a Boscoreale c’è un lazzaretto. Se i sindaci sono in rivolta. E, ancora, se le organizzazioni private sono costrette a muoversi in solitaria per garantire l’effettuazione dei test sierologici.Per non dire di pizzaioli e ristoratori che urlano la loro disperazione, e così via. La domanda però nasce spontanea: quale sarebbe la differenza tra il “bibitaro” Di Maio e il deputato Piero De Luca? Perché il governatore non ci fa sapere se ha notizie dell’attività che sta svolgendo a Roma il suo Primogenio e, nel caso, che giudizio ne dà? Non vorremmo pensare che tanto silenzio indichi che nella scala di valori del presidente De Luca per i figli, i suoi, gli unici giudizi possibili siano quelli positivi. Mentre per tutti gli altri fancazzisti viene usata la sferza con spartana severità. Perché se è così, allora ci è chiaro anche il motto che ispira le sue azioni: nessuno tocchi Pierino! Bella roba.
M.D.L.