Fase 2 Coronavirus, bar e pasticcerie aversane pronti a non riaprire
Il 27 aprile, data in cui riapriranno pub, bar, gastronomie, ristoranti, pizzerie, gelaterie e pasticcerie, molte di queste attività presenti sul territorio di Aversa potrebbero tenere le serrande abbassate.
A lanciare questa ‘provocazione’, i proprietari di bar e pasticcerie normanne che protestano sulle modalità emesse nell’ordinanza regionale, a firma del governatore De Luca, per la riapertura delle attività e i servizi di ristorazione ove è consentito solamente la consegna a domicilio.
“Per poter riaprire lunedì – ci dice un barista aversano – per noi del settore, sarà un’odissea. Purtroppo non possiamo prevedere quante consegne a domicilio effettueremo e perlopiù ci vorrebbe altro personale. Contestiamo anche l’orario previsto 7 – 14”. Sulla questione orario è intervenuto anche un noto proprietario di pasticceria: “Il lavoro di una pasticceria si spalma su un’intera giornata. Che senso ha aprire solo la mattina, preparare la produzione specie poi se si potrà vendere soltanto via web e al telefono e, per giunta, in un lasso temporale davvero ridotto. Dotarsi di locali appositi per il ritiro del cibo da parte dei fattorini, richiedere l’intervento di tecnici specializzati per la sanificazione, dover disporre di mezzi di trasporto a loro volta sanificati può diventare davvero difficile per chi fa questo mestiere. Tutti dolci invenduti che fine faranno?”.
Però una domanda che si pongono i commercianti nasce spontanea: nell’attimo in cui riapriranno, finirà la cassa integrazione? Con l’incognita del guadagno derivante dalla consegna a domicilio, se sarà produttiva o meno, molti di loro sceglieranno di tenere ancora la serranda chiusa.